2014-10-03 16:16:00

Padre Pizzaballa: contro barbarie dell’Is necessario dialogo interreligioso


“Contro la barbarie dei jihadisti dello Stato Islamico (Is) e affini che non sono civiltà” oggi è “più che mai necessario il dialogo interreligioso e interculturale”. Lo ha ricordato il Custode di Terra Santa Padre Pierbattista Pizzaballa invitato ad intervenire il primo ottobre come oratore ufficiale alla cerimonia di insediamento dei nuovi Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino. Nel suo discorso il religioso francescano ha evidenziato tre rischi che presentano i drammatici sviluppi della situazione in Medio Oriente: quello dell’”indifferenza” e dell’assuefazione alla violenza; quello diametralmente opposto “della chiamata alle armi e allo scontro di civiltà” e quello di un “approccio interessato, ma parziale”. Quest’ultimo rischio è particolarmente evidente per il conflitto israelo-palestinese, la cui lettura è fortemente condizionata dai preconcetti personali di ciascuno.

Altri approcci parziali – ha proseguito padre Pizzaballa - sono quelli che cercano di comprendere quanto accade “da una prospettiva solo politica, o solo militare, o solo religiosa”, in un contesto che “non conosce questa distinzione” o di discutere le possibili soluzioni ai problemi solo con alcune componenti. Ma “senza una visione integrale – ha evidenziato - si lascia spazio libero all’integralismo”.

Secondo il Custode di Terra Santa, questa drammatica situazione, tuttavia, “può anche diventare un'incredibile opportunità”. “Oggi – ha sottolineato - si fa più che mai necessario, proprio a causa della minaccia di questi integralismi, rafforzare e approfondire il dialogo tra credenti delle diverse fedi. Il dialogo inter-religioso serio – ha proseguito padre Pizzaballa - è quello che parte dal reale, che non nega i problemi e le reciproche paure, ma nemmeno se ne lascia travolgere; rifiuta ogni forma di violenza; cerca a tutti i costi di comprendere l'altro, senza necessariamente condividerne l'opinione; non vuole convincere né convertire, ma rispettare ed essere rispettato. Il dialogo inter-religioso non afferma e nemmeno presuppone che siamo tutti uguali. Negare le differenze è infatti proprio degli integralismi”. Esso si può quindi considerare “come un pellegrinaggio, un invito ad uscire dal proprio mondo e dalle proprie certezze per incontrare l'altro e la sua esperienza di fede, cercando la crescita umana e spirituale di ciascuno”. (L.Z.)








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