2014-10-02 11:32:00

Diocesi Catania crea dormitorio ragazze madri da confisca a mafia


Nei giorni scorsi, presso la Cattedrale di Sant'Agata a Catania, ha avuto luogo la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo Salvatore Gristina in occasione dell’inaugurazione di tre centri accoglienza per madri in difficoltà con figli a carico. Gli immobili sono stati confiscati alla mafia e successivamente devoluti dal comune al progetto “Housing first” promosso da Caritas di Catania e Caritas italiana. A questo proposito, Martina Boccalini ha intervistato il direttore della Caritas catanese don Piero Galvano:

R. – Questo progetto nasce proprio dall’ascolto delle persone nel nostro Centro ascolto Caritas, di Catania. Allora, abbiamo avuto questa opportunità di un bene confiscato alla mafia e anche di altri due appartamenti che ci sono stati dati in comodato d’uso dall’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania, e anche dal comune di Catania. Questi tre appartamenti li abbiamo ristrutturati, arredati, sistemati proprio per ragazze madri e donne con bambini che si trovano in difficoltà. Hanno una capienza di circa 40 persone. Abbiamo risposto a tante famiglie che non possono avere un tetto e che hanno problematiche molto, molto difficili in questi tempi di crisi.

D. – Quali sono, secondo lei, le agevolazioni date a queste giovani madri con figli a carico? Quali spese devono affrontare senza l’aiuto della Caritas e per quanto tempo possono usufruire di questa sovvenzione?

R. – Il progetto “Housing First” dura un anno, con la possibilità di un rinnovo. Queste ragazze madri e donne in difficoltà non devono pagare le varie utenze, saranno pagate dalla Caritas diocesana, o Caritas nazionale. Non solo: anche noi le aiutiamo, qualora avessero problemi nel trovare un lavoro, per sostenersi materialmente, quelli che sono i bisogni primari. Si tratta, quindi, dell’accoglienza di persone, donne con bambini in difficoltà; allora, abbiamo ritenuto opportuno provvedere a queste emergenze, a queste nuove povertà; ma è anche nostra intenzione venire incontro anche a tanti uomini che rimangono soli e si ritrovano, da un giorno all’altro, sulla strada.

D. – Quindi, si può anche dire che state lavorando ad un nuovo progetto per aiutare anche altre persone, oltre le madri in difficoltà...

R. – C’è stato un grosso complesso turistico, “La Perla Ionica”, che è stato comprato da uno sceicco: ci hanno donato 250 materassi e altrettante reti. Noi li abbiamo messi nel nuovo deposito della Caritas diocesana di Catania per questa finalità, cioè per uomini soli.

D. – Tornando alle ragazze: quali sono secondo lei i motivi che spingono una famiglia ad allontanare una ragazza madre? 

R. – Ci sono diversi problemi, a volte, tra i figli e i genitori. Sono tragedie. Altre volte, alcuni genitori cacciano via le proprie figlie o i propri figli; in tanti altri casi vi sono anche problemi psicologici: le persone non hanno un equilibrio mentale, né affettivo. Ecco, dinanzi a questi bisogni noi, a volte, non possiamo risolvere, andare incontro a tutti questi problemi di rapporti tra genitori e figli. Noi possiamo offrire loro almeno i bisogni primari, nella speranza che questi progetti possano continuare oltre i due anni. Da parte nostra faremo tutto il possibile affinché questi progetti possano continuare, sia con la Caritas diocesana, sia con quella nazionale.








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