2014-09-28 11:00:00

Etiopia, bimba a medico Cbm: "Grazie, mi hai ridato gli occhi!"


Nei Paesi più poveri del mondo, solo 5 bambini con disabilità su 100 hanno accesso all’istruzione. Per affrontare questa gravissima situazione dell’infanzia, l’associazione Cbm, Missioni cristiane per i Ciechi nel Mondo, sta sostenendo 11 progetti educativi in 9 Paesi, tra cui Etiopia e Palestina, Uganda e Vietnam. Alessandro Gisotti ha raccolto il commento del dottor. Mario Angi, presidente di Cbm Italia:

R. – Noi ci occupiamo soprattutto di disabilità visiva. Sottolineo che l’ultimo progetto dell’Oms, che è uscito nel piano quinquennale del 2014-2019, mette la disabilità visiva e gli errori di refrazione non corretti al primo posto fra le cause di ipovisione e cecità evitabile nel mondo. E quindi noi, come Cbm, siamo particolarmente attenti e dedicati a fornire ai bambini che vanno a scuola e alle popolazioni più povere la possibilità di un accesso alle cure e alla correzione dei difetti di vista e dei difetti fisici che impediscano loro una fruizione del diritto all’istruzione.

D. – Per i bambini disabili – afferma Cbm – poter andare a scuola significa salvarsi, significa vivere …

R. – Quest’anno, sono stato in Romania, in Bolivia e in Etiopia; in tutti e tre i posti ho visto che non c’è una politica di screening, una politica di valutazione dei bambini i quali molto spesso sono emarginati proprio all’interno della loro classe o dei loro gruppi sociali in quanto portatori di un handicap che a volte non sanno neanche di avere. Quindi, come oculista volontario e come presidente di Cbm mi spendo e faccio quello che posso per diffondere questa cultura della prevenzione e della cura, soprattutto dei bambini e dei loro difetti visivi, per aiutarli a raggiungere una capacità di apprendimento e una capacità di sviluppo più completa.

D. – Cbm sta portando avanti 11 progetti educativi, in questo momento, e queste scuole sono l’unica speranza di salvezza per questi bambini ciechi o comunque con patologie molto gravi. C’è una storia che possa in qualche modo sintetizzare positivamente l’impegno di Cbm?

R. – Io ricordo in particolare una bambina in Etiopia, che era affetta da gravissima miopia e che ho operato di rimozione della lente con impianto di cristallino artificiale, dandole la possibilità di vedere e di tornare a scuola. E’ ritornata l’anno dopo, a prendermi, quando ha saputo che ero tornato in servizio, per invitarmi a casa sua a prendere un piatto di spaghetti – perché ero italiano – e un caffè. Tenendomi per mano, mi ha portato a casa sua dicendomi: “Dottore, ti ringrazio perché mi hai ridato i miei occhi” …








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