2014-09-27 13:05:00

Giornata per bimbi in ospedale, Abio: "Stare vicino ai più piccoli"


Il 27 settembre è la giornata nazionale per i bambini in ospedale organizzata dall’associazione Abio. Cinquemila i volontari presenti in 150 piazze d’Italia per raccontare la loro esperienza quotidiana. Una occasione per star vicino alle famiglie dei piccoli pazienti che trascorrono buona parte delle loro infanzia nei reparti di pediatria. Maria Gabriella Lanza ha intervistato Maria Ciaglia dell’associazione Abio:

R. -  Per noi è l’iniziativa più importante dell’anno: è la Giornata nazionale dell'amore per Abio, in cui tutti i volontari vanno in piazza per raccontare la loro esperienza di volontariato nelle pediatrie.

D. - Voi siete presenti in più di 200 reparti di pediatria in tutta Italia: qual è il lavoro che svolgete ogni giorno?

R. - Il lavoro che svolgiamo quotidianamente con i nostri 5 mila volontari è quello di accogliere i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie nel momento dell’impatto con la struttura ospedaliera. Cerchiamo di accoglierli con un sorriso, di far giocare i bambini, di dare una mano ai genitori, anche attraverso delle informazioni su come è organizzato il reparto; cerchiamo di rendere questo momento il meno traumatico possibile.

D. - Quindi i vostri volontari scendono in 150 piazza d’Italia per raccontare la propria esperienza…

R. - Esattamente! Sì! Quindi cercheremo di sensibilizzare tutti coloro che vorranno partecipare a questa iniziativa sul volontariato Abio. Magari qualcuno potrebbe trarre spunto per diventare un volontario e per sostenere la nostra attività, perché verrà dato, in cambio di un’offerta, un cestino di pere, gadget dell’evento. Tutti i fondi raccolti rimarranno alle nostre associazioni proprio per sostenere l’attività di formazione. Abbiamo bambini che hanno ricevuto molti anni fa il sostegno dei nostri volontari e che, una volta diventati maggiorenni, hanno deciso anche loro di ricambiare in qualche modo il supporto che avuto il quel momento e sono diventati volontari Abio. Quindi abbiamo delle seconde generazioni.

D. - Quanto è importante per i genitori e per i bambini che vivono in ospedale l’attività dei vostri volontari?

R. - E’ inutile dire che si tratta di una attività fondamentale, perché comunque parliamo di situazioni che la famiglia gestisce con difficoltà, molto spesso anche con difficoltà organizzative. Quindi sicuramente cercare di accogliere con un sorriso, far giocare i bambini e gli adolescenti, non dimentichiamo di questa particolare fascia di età; ma per i genitori anche solo avere un supporto pratico nel curare il bambino mentre si va a prendere un caffè, scambiare quattro chiacchiere o dare la possibilità di assentarsi un attimo per andare a prendere a scuola un altro figlio, vuol dire avere una boccata di ossigeno in momenti sicuramente molto faticosi.








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