2014-09-27 13:29:00

Australia. I vescovi: sport promuova bene comune, no a violenze


“Una corona per l’Australia. Lottare per il bene migliore di un Paese sportivo”: con questo titolo il Consiglio per la Giustizia sociale della Conferenza episcopale australiana ha pubblicato ieri il suo piano pastorale 2014-2015. Incentrato sullo sport e sui valori positivi che esso può promuovere, il piano pastorale richiama nel titolo la prima Lettera di San Paolo ai Corinti, là dove l’Apostolo delle Genti scrive: “Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; alcuni lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, una incorruttibile” (1 Cor 9, 24-27). “Queste parole – spiega mons. Christopher Saunders, presidente del Consiglio episcopale per la Giustizia sociale e vescovo di Broome – ci dicono che la ricompensa degli atleti è solo una prefigurazione della corona incorruttibile per la quale lottiamo noi cristiani nella nostra vita spirituale”.

“Gli australiani sono appassionati di sport – continua il presule – sia come atleti che come tifosi, sia che seguano club locali o che supportino squadre nazionali”. È importante, allora, sottolineare che “lo sport unisce, costruisce comunità e celebra la gioia dell’attività fisica e delle abilità di ciascuno”. In questo senso, afferma ancora mons. Saunders, “lo sport è anche lo specchio della società: riflette il meglio, ma anche il peggio, dei singoli e della comunità”, mostrandone i lati “più brutti e spesso anche ingiusti”.

E qui il vescovo di Broome punta il dito contro “l’eccessiva familiarità” che si ha oggi nei confronti di “violenza ed abuso di alcool e droga sia in campo che fuori, da parte dei giocatori e degli spettatori”: “Tragicamente – spiega il presule – lo sport, che dovrebbe unire comunità diverse, può anche diventare un megafono per la discriminazione razziale o sessuale”. Al contrario, “il vero goal, nello sport, è il bene di ogni essere umano”. Di qui, l’invito a promuovere l’integrazione e l’inclusione, poiché “lo sport dà un grande contributo al benessere fisico e mentale della società”. In un periodo in cui la vita dell’uomo è diventata “sempre più sedentaria”, infatti, l’attività sportiva può far sì che “gli uomini si prendano cura del proprio corpo, in quanto prezioso dono di Dio”.

Infine, mons. Saunders ricorda la preghiera pronunciata da Giovanni Paolo II il 29 ottobre 2000, nella Messa per il Giubileo degli sportivi: “Gesù  Cristo,  aiuta  gli atleti  ad  essere  tuoi amici e testimoni del tuo amore. Aiutali  ad  essere  sempre  atleti  dello  spirito,  per ottenere  il  tuo  inestimabile  premio:  una  corona  che  non appassisce e che dura in eterno”. (I.P.)








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