2014-09-24 13:46:00

Guerre come video games. Ma quello delle vittime non è dolore virtuale


Non più guerre tra nazioni sovrane ma conflitti armati combattuti senza soldati in campo. Droni controllati a migliaia di kilometri di distanza, robot e armi capaci di decidere autonomamente quando uccidere, sono solo alcuni dei sistemi impegnati nei campi di battaglia di oggi. Le chiamano "unmanned wars" (guerre senza uomini) ma le vittime, purtroppo, ci sono sempre e sempre sono reali. 

L'uso di queste tecnologie, come ci spiega padre Paolo Benanti (francescano del TOR, esperto in tecnologia ed etica morale) ha radicalmente cambiato gli scenari di guerra aprendo ad una domanda fondamentale: è lecito lasciare esseri umani, popolazioni intere, in balia di macchine gestite come fossero video giochi?








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