Confronto acceso sul lavoro e sull’articolo 18 nel gruppo del Pd al Senato. Nessun voto, rimandato alla prossima settimana, ma il capogruppo Zanda parla di “discussione utile'. Intanto sulle riforme interviene anche il governatore di Bankitalia Visco che chiede più legalità ed efficienza della pubblica amministrazione”. Giampiero Guadagni
E’ scaduto stasera il termine per la presentazione degli emendamenti alla legge
delega sul lavoro, da domani all’esame dell’aula del Senato dopo il via libera della
Commissione. Il nodo principale resta quello dell’articolo 18. La minoranza del Pd
chiede la piena tutela dell'articolo 18 per tutti i neoassunti dopo i primi tre anni
di contratto a tutele crescenti. La sinistra Pd chiede anche che il contratto a tempo
indeterminato sia sempre più conveniente e che comunque la revisione delle forme contrattuali
venga dopo la riforma degli ammortizzatori. All’interno del Partito democratico è
in atto un confronto serrato che porterà nei prossimi giorni al voto della direzione.
Quella della minoranza del pd sono proposte irricevibili, afferma il senatore Sacconi,
del Nuovo centrodestra, che parla di visione fondata sul pregiudizio nei confronti
dell’impresa. Sostiene l’ex ministro del Lavoro: la flessibilità nel triennio è già
garantita dalla liberalizzazione dei contratti a termine. una visione vecchia e ideologica.
Intanto il governatore di Bankitalia Visco ricorda che negli anni della crisi in Italia
il tasso di disoccupazione è raddoppiato, arrivando al 40% tra i giovani. E citando
uno studio della Oxford University Visco sottolinea: l’Italia potrebbe vedere a rischio
il 56% dei propri posti di lavoro a causa dell'automatizzazione e della computerizzazione.
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