2014-09-22 11:47:00

Usa-immigrazione: in attesa della riforma, famiglie di migranti divise


Il vescovo della diocesi statunitense di Laredo in Texas, mons. James Anthony Tamayo, si è lamentato che la prevista riforma dell'immigrazione non è ancora arrivata e le autorità federali continuano quindi a separare molte famiglie per mancanza di documenti. La nota inviata all’agenzia Fides da una fonte locale riporta le parole del vescovo: "A Laredo continuiamo ad aiutare le famiglie di centroamericani che arrivano per cercare di ricongiungersi con i loro parenti negli Stati Uniti. Forse non tutti sanno che la migrazione si è ridotta in modo significativo e ora arrivano solo da 5 a 10 famiglie al giorno e non come prima che erano oltre 100 al giorno".

Mons. Tamayo ha improvvisato una conferenza stampa ieri, dopo la Messa domenicale, informando che questi migranti vengono assistiti procurando loro cibo, vestiti e un posto dove lavarsi e poter cercare di contattare le loro famiglie negli Stati Uniti. Ha aggiunto che si sta lavorando con il governo americano e con le altre Chiese per cercare di trovare una soluzione definitiva al problema dell'immigrazione clandestina.

"Noi, come Chiesa, dobbiamo rispondere a questa situazione di emergenza e cercare di aiutare il prossimo, ma ciò richiede anche un cambiamento nelle leggi degli Stati Uniti, perché la riunificazione delle famiglie non diventi una cosa lunga - ha detto mons. Tamayo -. Attualmente le famiglie hanno bisogno di circa 10 anni per poter rispondere ai requisiti richiesti e finalmente riunirsi, e sappiamo che i requisiti di ammissibilità sono troppo rigidi. La soluzione più pratica che vediamo è l'adozione di una riforma dell'immigrazione; questo Paese ha bisogno di molti lavoratori nella campagna, negli alberghi e ristoranti, nella costruzione edile e queste persone vogliono solo lavorare".

Il 27 giugno 2013 il Senato ha approvato il disegno di legge S. 744 che prevede la cittadinanza per gli immigrati privi di documenti arrivati negli Stati Uniti prima del 31 dicembre 2011 e che non hanno precedenti penali. Tuttavia, a causa dei disaccordi tra Democratici e Repubblicani, la Camera non ha ancora fissato una data per la sua discussione in vista dell’approvazione definitiva. (R.P.)








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