2014-09-22 13:37:00

Tratta. Consiglio d'Europa boccia l'Italia: poca attenzione


In Italia c'è "insufficiente attenzione" alla tratta di esseri umani. La denuncia arriva dal Consiglio d’Europa secondo cui il fenomeno non è adeguatamente monitorato. L’organizzazione europea per la difesa dei diritti umani inoltre punta il dito contro la lentezza della giustizia italiana: sono migliaia infatti i mercanti di schiavi andati sotto processo tra il 2009 e il 2011, ma le condanne sono state solo 14 nel 2010 e 9 nel 2011. Il servizio è di Paolo Ondarza:

Tratta di esseri umani. Il Consiglio d’Europa boccia l’Italia. Tra il 2011 e il 2013, sono state assistite 4.530 persone, ma  si tratta solo della punta di un iceberg. I dati infatti non rivelano la vera ampiezza del fenomeno del commercio di nuovi schiavi che Papa Francesco non ha esitato a definire “una piaga, nel corpo dell’umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo”, “un delitto contro l’umanità”. In Italia mancano meccanismi adeguati ad individuare le vittime così come manca un piano d’azione nazionale. Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale dell’associazione Comunità Giovanni XXIII

“Bisogna veramente fare un piano organico anti-tratta, che noi abbiamo chiesto già da diverso tempo con urgenza ai precedenti governi e adesso al governo Renzi.”

I mercanti della tratta restano impuniti e questo preoccupa il Consiglio d’Europa. Solo 14 le condanne nel 2010, a fronte di migliaia di processi in corso tra il 2009 e il 2012, colpa della lentezza della giustizia. Carente la cooperazione giudiziaria con i Paesi di provenienza della tratta, al di fuori dell'Unione Europea:

“Tutto questo è molto vero. Noi, addirittura quando ancora era presente don Benzi, che camminava sulle strade d’Italia, avevamo attuato proprio delle denunce molto forti, al punto che lui aveva ricevuto minacce di morte, proprio contro questi mercanti. Noi ci teniamo a dire, però, che il vero problema è la domanda: i clienti. I clienti devono sapere, e di conseguenza i legislatori, che la Costituzione non va modificata. Non è un problema sanitario, per cui bisogna dare delle prestazioni attraverso la distribuzione di preservativi per la riduzione del danno: la prostituzione va abolita, va proibita, perché è contro la dignità della donna. Allora è un grande lavoro, anche educativo, quello che va fatto nei confronti dei clienti: questa è anche la visione antropologica cristiana. Noi dobbiamo educare le persone a un uso adeguato della sessualità, va ridotta la domanda. E sono stati proprio i Paesi nordici, tra l’altro laici, che hanno recepito, anche nelle loro normative, questa estrema fermezza nei confronti dei clienti. Il vero problema, infatti, è ridurre la domanda”.

Non è quindi legalizzando la prostituzione che può essere risolto il problema della tratta di tante donne sfruttate sessualmente:

“Proprio i bordelli olandesi e tedeschi legalizzati ci fanno dire che non viene assolutamente risolto il problema. Anzi, proprio queste legislazioni, questi Paesi stanno facendo una seria riflessione. La regolamentazione, infatti, è uno schiaffo alla dignità della donna e poi non risolve il problema”.

Per il Consiglio d’Europa, infine, in Italia si presta scarsa attenzione alle tratte che non hanno come scopo lo sfruttamento sessuale: il caporalato agricolo, le badanti, i minori avviati all’accattonaggo. Anche per queste situazioni si chiede con urgenza maggiore attenzione.








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