2014-09-20 06:42:00

Ucraina. Accordo a Minsk per il cessate-il-fuoco


Nuovo accordo per un cessate il fuoco in Ucraina orientale. A Minsk è stato firmato anche un protocollo per la creazione di una zona demilitarizzata di 30 km. L'annuncio è avvenuto dopo sette ore di colloqui del cosiddetto gruppo di contatto ovvero: Osce, Mosca, Kiev e separatisti. Abbiamo firmato un memorandum", ha detto alla stampa l'emissario di Kiev, l'ex presidente Leonid Kuchma. Il documento "dovrebbe portare alla realizzazione di una zona di massima sicurezza", ha affermato il leader separatista Igor Plotnitski. Giuseppe D'Amato:

L’accordo è stato raggiunto in piena notte dopo 7 ore di negoziati, cominciati in notevole ritardo rispetto al previsto. Viene creata una zona demilitarizzata di 30 chilometri, sono vietati i voli militari nelle zone del conflitto, vengono ritirati i cosiddetti “mercenari stranieri” da ambedue le parti. Le misure si aggiungono a quelle già decise due settimane fa, sempre a Minsk, dallo stesso Gruppo di contatto. In totale, stando a quanto affermato dall’ex presidente ucraino Kuchma, rappresentante di Kiev, sono 9 i punti concordati nel memorandum da realizzare in 24 ore. L’Osce farà da supervisore. La questione dello status dei distretti in Donbass e nella regione di Lugansk sotto controllo separatista non è stata discussa. La tregua finora regge, nonostante le continue violazioni che hanno provocato ancora decine di morti. Si hanno ennesime notizie di scontri nei pressi dell’aeroporto di Donetsk ed alla periferia di Mariupol sul mare di Azov.

 

Per un commento all'accordo tra separatisti e Kiev, Massimiliano Menichetti ha intervistato Raffaele Marchetti, docente di relazioni Internazionali all'università Luiss:

R. – Certamente è un passo avanti e va considerato in senso del tutto positivo. Creare una zona cuscinetto, proibire il volo dei caccia dell’aeronautica ucraina nei territori dell’est e allontanare le truppe mercenarie dal conflitto sono tre misure, io direi, cruciali per proseguire in un cammino di stabilizzazione e pacificazione della regione.

D. – Il cessate-il-fuoco precedente era entrato in vigore il 5 settembre e molteplici sono state le violazioni...

R. – Quello che cambia è che nel frattempo c’è stata la ratifica del Trattato di associazione con l’Unione Europea da parte del governo di Kiev, e contemporaneamente una serie di misure passate dal Parlamento ucraino di riconoscimento di una grande autonomia per le zone orientali, oltre alla scarcerazione di una serie di prigionieri e l’indizione di elezioni amministrative per il prossimo dicembre. Questi sono passaggi importanti, perché da un lato mettono un paletto verso l’Europa, dall’altro il governo di Kiev ha fatto importanti concessioni, dando spazio e autonomia e questo accordo di Minsk continua in questa direzione.

D. – Da quell’accordo con l’Ue è rimasta fuori la parte economica, che è stata posticipata al 2015. Venerdì prossimo, il 26 settembre, ci sarà un nuovo incontro trilaterale sul gas, tra Unione Europea, Russia e Ucraina. Ricordiamo che al centro ci sarà la questione delle trattative tra le forniture a Kiev e i pagamenti arretrati dell’Ucraina nei confronti di Mosca. Un nodo che ha creato non poche tensioni tra i due Paesi e nei confronti dell’Europa...

R. – Certamente, la questione economica e delle risorse naturali è molto importante. L’accordo che è stato raggiunto però ha visto la partecipazione della Russia e questo è un fatto importante in sé. L’idea poi di posticipare la liberalizzazione degli scambi, ossia delle merci, che entrano in territorio ucraino fino al dicembre 2015, quindi con entrata in vigore dal primo gennaio 2016, è un gesto che vuole lasciare spazio per trovare un accomodamento con il sistema di libere tariffe, in vigore, oggi, tra Ucraina e Russia. Tutti i passaggi di questi ultimi giorni vanno nella direzione giusta. E per aumentare ancora di più questa tendenza positiva verso una pacificazione, bisognerebbe pensare a un cammino di incentivi positivi anche per la Russia.

D. – Sarebbe una grande retromarcia, perché in piedi in questo momento ci sono diverse tranche di sanzioni che dall’Europa gravano su Mosca...

R. – Certo, ma appunto questo è un cammino che va fatto: non soltanto togliendo le sanzioni, ma magari offrendo delle condizioni economiche vantaggiose e rilanciare un tentativo di consolidamento della partnership politica. Questo è un cammino positivo che è stato, tra l’altro, anche suggerito da un incontro che si è tenuto da alcuni uomini d’affari sotto l’egida del World Economic Forum, a Davos, la settimana scorsa. Pensare un cammino con incentivi positivi è di fatto la sfida più grande oggi che riguarda non solo l’Ucraina, ma anche il futuro delle relazioni tra Unione Europea e Russia.








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