2014-09-17 16:52:00

Marc Chagall e la Bibbia in mostra a Milano


Milano celebra Chagall: una grande retrospettiva con 220 opere è stata allestita a palazzo Reale, mentre presso il Museo Diocesano è in corso la mostra di 22 schizzi inediti dedicati a “Marc Chagall e la Bibbia”. Entrambe le esposizioni sono state aperte oggi ieri e proseguiranno fino al 1 febbraio 2015.  Paolo Ondarza:

 Protagonista a Milano, Marc Chagall, uno degli artisti contemporanei più longevi, dallo stile e dai colori inconfondibili. Il curatore Paolo Biscottini:

 “E’ importante questa occasione, per rivedere uno dei grandi interpreti del secolo che è passato. Un secolo che ha attraversato totalmente: è morto nel 1985, era nato nel 1887. Attraversare un secolo interamente, un secolo come il Novecento, vuol dire per lui, ebreo, russo, conoscere tutto: l’Olocausto, etc… Direi che è un’occasione per riflettere sull’uomo, sul destino dell’umanità. Questo è quello che fa Chagall”.

 Catturato dalla Parola di Dio fin dalla prima infanzia. Chagall parlava così del suo rapporto con le Sacre Scritture, da lui ritenute “la più grande fonte di poesia di tutti i tempi”. Ancora Biscottini:

 “Ha avuto la Bibbia nella mente, nel cuore, nell’anima, negli occhi. Tutto il dolore del mondo è come legato ad un’intima, profonda speranza, a un’intima e profonda gioia, che è quella che nasce dall’aver acquisito la Bibbia, averla introiettata, in qualche modo la Bibbia è dentro di lui. La lettura della Bibbia fa parte della sua vita quotidiana”.

 Pregevoli i 22 “guazzi” o schizzi inediti esposti in mostra:

 R. - La ‘gouache’ è una tecnica particolare, è un acquarello con tempera, è una “tecnica mista”, si diceva un tempo. Cosa vuol dire mischiare acquarello e tempera? Vuol dire che si lavora su carta, ma che la tempera interviene e da corpo; quindi sono opere che hanno un valore pittorico importante: mentre l’acquarello è evanescente, la tempera ha una sua corposità.

 D. - Ci sono colori prediletti da Chagall per figurare il sacro?

 R. - I colori sono colori forti: il rosso, il colore della passione, il bianco è il colore del popolo di Israele che cerca la pace; il blu è il colore spirituale per eccellenza; il giallo è il sole, il nero è il contrario del bianco.

 Profondamente radicato nella cultura ebraica. Chagall non si confronta solo con i soggetti veterotestamentari, ma è affascinato anche dall’immagine del Cristo Crocifisso:

 “C’è come uno spalancarsi dell’orizzonte ebraico su temi cristiani. Il Cristo Crocifisso che non sta a significare una sorta di conversione di Chagall. Lui infattu dice sempre: io sono ebreo. E tutta la sua pittura è una pittura fortemente ebraica però si sente il respiro di una spiritualità larga. Il tema del dolore lo porta a riconoscere nel Cristo il simbolo di un dolore, il dolore di un popolo. “Io muoio per tutti” e questo è quello che lui capisce: per lui Cristo è un profeta.

 Inaugurando la mostra al Museo Diocesano il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha invitato a non soffermarsi solo sull’indiscusso valore estetico delle opere.

 “Non c’è solo un valore estetico; il valore estetico è importante, ha ragione il cardinale Scola a richiamare a superare la dimensione estetica, che è troppo semplice, troppo facile, anche perché la conquista della dimensione autentica di Chagall passa attraverso la Bibbia”.








All the contents on this site are copyrighted ©.