2014-09-16 10:54:00

Religion Today Filmfestival dedicato quest'anno al cambiamento


“Change! Religioni, società, cambiamento” è il tema della XVII edizione del Religion Today Filmfestival, che si svolgerà dal 10 al 21 ottobre a Trento e in altre località italiane. Il Festival, che è stato presentato con una conferenza stampa presso la Sala Marconi della Radio Vaticana, è nato nel 1997 per promuovere una cultura del dialogo e della pace tra religioni e culture differenti. Il tema di quest’anno è dunque il cambiamento: perché? Rosario Tronnolone lo ha chiesto alla direttrice artistica Katia Malatesta:

R. - Crediamo che sia davvero la sfida che le religioni e anche la società civile stanno vivendo in questo momento. Per cui “Cambiamento!”- con il punto esclamativo - in primo luogo lo offriamo come un’esortazione, un invito, un appello. Da una parte è evidente che nel mondo si rincorrono cambiamenti anche epocali che a volte ci spaventano; torna con prepotenza il fantasma deprecabile dello scontro di civiltà -  un festival come il nostro non può non affrontare questa paura diffusa, questo senso di minaccia - e dall’altra parte anche le religioni, che a volte soprattutto dall’esterno vengono viste inevitabilmente come roccaforti di conservazione, stanno vivendo invece dei cambiamenti che riguardano tutti e per tutti. Qui a Radio Vaticana non possiamo non citare Papa Francesco, i suoi gesti e la reazione che stanno avendo non solo per il popolo cristiano.

D. - In questo momento sembra che ci siano più contrasti tra le religioni che non possibilità di dialogo. In che modo il cinema può invece trasformarsi in una lingua che permette questo dialogo?

R. - Questa è proprio da sempre la scommessa da sempre del Religion Today Filmfestival. Noi crediamo che il cinema abbia un grande potenziale per il dialogo. Forse è più facile intuire il potenziale negativo: tutti siamo consapevoli di quanto il cinema, nei decenni, abbia alimentato visioni stereotipate, incomprensioni, equivoci, fraintendimenti. Dall’altra parte invece la scelta dei nostri film è orientata a favorire una maggiore comprensione reciproca, a divulgare informazione corrette sulle diverse tradizioni religiose; ma c’è qualcosa di più: siamo convinti che guardare un bel film che viene da un’altra cultura, una religione che magari a volte ci spaventa, ci possa prima di tutto far apprezzare l’umanità, il mestiere, la professionalità, il brio, l’intelligenza, l’arguzia. Quindi anche questo, la bellezza, la dimensione estetica del cinema, può creare quel primo momento di avvicinamento che puoi può diventare incontro.

D. - Il Religion Today non ha un’unica sede ma è un festival itinerante. Quali sono le tappe di questa 17.ma edizione?

R. - Come sempre il Religion Today resta prima di tutto un festival di Trento, città con una storica vocazione a fare da ponte tra diversi popoli, culture, fedi, confessioni. Quindi dal 10 al 18 ottobre saremo a Trento con programma particolarmente ricco su questo tema del cambiamento. Poi da sempre, il festival è pronto ad andare laddove c’è qualcuno che ci vuole ospitare; quindi sedi tradizionali che con le loro differenze - noi parliamo di un viaggio nelle differenze - alimentano diversi aspetti della proposta del festival, per cui ci può essere Nomadelfia, la comunità grossetana fondata da don Zeno Saltini sulla legge della fraternità, ci può essere Bassano, casa di esercizi spirituali dei Gesuiti, ma poi c’è una vetrina prestigiosa come Roma, in particolare grazie alla collaborazione consolidata con l’Università pontificia salesiana. L’anima del festival resta migrante, un tema tra l’altro che affrontiamo anche con la proposta cinematografica.








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