2014-09-07 12:28:00

Festival del Cinema di Venezia: vincono film dal forte spessore umano


Consegnati, ieri sera, durante la cerimonia di chiusura in Sala Grande i Leoni della 71.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che hanno confermato le qualità artistiche e narrative di film dal forte spessore umano, scelte confermate da un Festival che ha ritrovato la sua identità. Il servizio di Luca Pellegrini:

L’affermazione importante, in sede di premiazione, di film che sono unanimemente riconosciuti come validissime riflessioni sull’uomo, la storia, la vita, il dolore, hanno convalidato la linea artistica che Alberto Barbera ha impresso alla Mostra in questi suoi anni di dolce e ferrea direzione: è l’arte cinematografica che deve approdare al Lido, il mercato è legato a vecchie logiche trionfalistiche, i film belli ci sono, bisogna cercarli. E possono essere di richiamo anche quelli che non sono illuminati da nomi roboanti ed etichette pubblicitarie. Per questo si esce compiaciuti e soddisfatti dal verdetto della Giuria presieduta dal compositore francese Alexandre Desplat: Leone d’Oro al filosofico, ironico e visionario “Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza” dello svedese Roy Andersson; Leone d’Argento al film di Andrej Konchalovskij “Le notti bianche del postino”, contemplazioni lacustri e naturali di un uomo solo nella Russia geograficamente e umanamente sperduta e sconosciuta; Gran Premio della Giuria al più applaudito di tutti, “The Look of Silence” di Joshua Oppenheimer, documentario che non rimuove l’orrendo, spietato massacro avvenuto in Indonesia negli anni ’60, descritto attraverso pure confessioni verbali in cui latita il pentimento.

Le parole del grande regista ieri sera da Chicago: “Ora anche l’Occidente dovrebbe trovare il coraggio di riconoscere il ruolo che ha svolto in quel genocidio”. Speriamo di vederli presto in sala, questi film. Mentre arriverà nel 2015 “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo, la cui protagonista Alba Rohrwacher, nei panni di una madre nevrotica e fragile che mette a repentaglio la vita del suo bambino, vince la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, e il suo collega Adam Driver quella maschile. La sola scelta, quest’ultima, a creare dissenso e imbarazzo, poiché la Giuria si è dimenticata dell’immensa interpretazione di "Leopardi" che ne ha fatto Elio Germano, e in fondo anche del grande film di Mario Martone dedicato al poeta di Recanati. 








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