2014-09-07 14:43:00

Bambin Gesù: tv e videogiochi creano disturbi del sonno nei bambini


Un bambino su quattro fino ai tre anni di età, nei Paesi occidentali, ha difficoltà nel sonno. La percentuale sarebbe in aumento a causa di televisione e videogiochi. Se ne è parlato, recentemente, durante la Giornata Mondiale del Sonno, evento annuale organizzato dall’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno. Al microfono di Elisa Sartarelli, la dott.ssa Cristiana De Ranieri, psicologa clinica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma:

R. – Nel primo anno di vita, hanno un forte peso anche cause di tipo fisico, problemi come le coliche o un’alimentazione non corretta. Mano mano che il bambino diventa grande, possono subentrare anche problematiche relative alle condizioni dovute all’ambiente esterno, al clima che c’è in famiglia, alle esperienze che il bambino fa durante il giorno, che possono influire sul riposo notturno. Un disturbo passeggero del sonno può essere dovuto anche ad un normale passaggio evolutivo, come può essere l’inserimento a scuola, un cambiamento nella vita familiare, un trasloco … non necessariamente c’è un collegamento con qualcosa di problematico. A volte i bambini dormono male perché fanno dei loro passaggi evolutivi interni, come per esempio rendersi conto del distacco dai genitori che da una parte è una cosa piacevole, perché il bambino scopre il mondo, scopre altre persone, ma dall’altra c’è il timore di perdere magari quel rapporto stretto e rassicurante che hanno con i genitori.

D. – I videogiochi agiscono sul sonno?

R. – Normalmente, è una passione che i bambini hanno quando sono un pochino più grandi. Sì, sono stati fatti molti studi su questo. Intanto, proprio il fatto di mantenere questi ritmi di attenzione così elevati e così rapidi, richiesti dai videogiochi, possono mantenere il bambino in uno stato di tensione per cui poi a volte fa fatica a perderlo, fa fatica a rilassarsi, specialmente se questi giochi avvengono nelle ore serali. Per aiutare, accompagnare il bambino nel sonno serale, c’è bisogno di creare intorno a lui un clima tranquillo, rilassato e piacevole; in realtà, il videogioco è come se facesse un lavoro opposto: favorisce una scarica di adrenalina, è eccitante … Così come a volte lo sono le stanze dei bambini: ci sono bambini che hanno la televisione in camera, con i videogiochi, piene di giocattoli … Invece di invitarli a rilassarsi, li si invita a essere sempre più eccitati …

D. – Ci sono bambini che si addormentano solo dopo un giro in auto, o solo se dormono con mamma e papà. Sono soluzioni o cattive abitudini?

R. – Dobbiamo sempre pensare che abbiamo di fronte persone sicuramente stanche, a volte anche scoraggiate, un po’ sfiduciate perché hanno provato tante cose … Magari hanno provato male, però si sentono di essere incapaci. Quindi, comunque essere troppo rigidi e dire: “Mai fare questo”, “mai mettere il bambino nel lettone”, li si fa sentire ancora più impotenti. Allora, pensare che ci possano essere delle soluzioni, a volte per interrompere un circolo vizioso: se un bambino non dorme mai per giorni e giorni, uno prova a fare una cosa. L’importante è essere consapevoli che è un escamotage temporaneo e che non è la soluzione del problema. Il "discorso del lettone" è un discorso diverso rispetto al giro in macchina: c’è anche una grossa valenza affettiva, relazionale. Se il bambino cerca il "lettone" perché ha avuto paura, perché sta affrontando un passaggio importante, da che stava sempre con i genitori o con una figura familiare si ritrova a stare a scuola in mezzo a tanti bambini: allora possiamo anche accoglierlo per un po’, no? Sempre pensando che è un momento …

D. – Come possono i genitori aiutare i figli a trovare una regolarità nel dormire?

R. – Intanto, cercare di crearla. A volte si sentono persone che hanno pretese forse esagerate: i bambini che devono dormire in qualsiasi condizione, che li portano in pizzeria e nel chiasso e dovrebbero addormentarsi, o che devono dormire con la televisione accesa … In realtà, perché noi adulti questo non lo facciamo e pretendiamo che lo facciano i bambini? Dobbiamo accompagnarli piano piano, in una maniera che sia rituale, perché la ritualità significa prevedibilità: quindi, sapere che ci mettiamo il pigiamino, poi verrà mamma o papà e leggeremo il libro insieme; poi il bambino a volte chiama e richiama, perché vuole l’acqua, perché vuole il bacino, perché vuole rassicurazione fino a che poi si sentirà sufficientemente tranquillo per addormentarsi.








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