Situazione ancora preoccupante in Siria e in Iraq. Sul terreno raid e attentati. A Mosul le forze curde hanno lanciato una dura offensiva contro lo Stato islamico. Migliaia i civili in fuga. Marina Calculli:
Si chiama "fitna" la guerra interna all’Islam, come quella tra sunniti e sciiti che si sta propagando nel Levante arabo, dall’Iraq fino al Libano. Il carnaio iracheno ha coinvolto ieri anche Baghdad, dove nel quartiere sciita di Obeidi una bomba è esplosa uccidendo 3 civili. E nel paese altre 17 persone sono morte in una serie di scontri a carattere confessionale. A Mosul invece i curdi – i peshmerga ma anche i combattenti del PKK – hanno lanciato una nuova offensiva contro lo Stato Islamico, sostenuti dai raid americani. E nel nord, a Sulaiman Bek, un villaggio che le forze curde hanno da poco riconquistato ai seguaci del Califfo al-Baghdadi, è stata scoperta ieri una fossa comune con 35 corpi. In Siria intanto nella città di al-Achara la gente è scesa in strada a protestare contro lo Stato islamico. In risposta un giovane è stato giustiziato con la crocifissione. Intanto ad Aleppo il regime di Assad continua a bombardare la città con barili di bombe. Undici le vittime ieri, tra cui anche donne e bambini. Mentre la Jabhat al-Nusra, un altro gruppo qaedista, impegnato in Siria ha pubblicato un video con i 9 militari libanesi ancora nelle mani della milizia. “Il Libano intero la pagherà” ha detto Al-Nursa “per colpa di Hezbollah”, il partito sciita libanese che in Siria combatte per il regime di Assad.
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