2014-09-04 12:08:00

Palazzani (Cnb): sull'eterologa troppa fretta, no a selezione genetica


La Conferenza delle Regioni ha approvato all'unanimita' le linee guida sulla fecondazione eterologa. Il presidente della Conferenza, Sergio Chiamparino, ha incontrato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e riferito che “il ministro  ha condiviso le linee guida delle Regioni ed è del tutto d'accordo a inserire la fecondazione eterologa nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e a regolamentarla con un ticket che andrà definito sulla base dei costi. Ma per farlo serve una legge del Parlamento". Alessandro Guarasci ha sentito Laura Palazzani, vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica e ordinario di Filosofia del diritto alla Lumsa:

R. - Io sono assolutamente favorevole ad un intervento legislativo. È chiaro che quello che è accaduto fa capire come ci sia veramente una forte pressione, forse anche da parte di centri che effettuano procreazioni assistite, ma certo una forte pressione ad avere fretta nella regolamentazione. Il Parlamento effettivamente sta aspettando; c’è una certa lentezza perché ovviamente ci sono molte questioni da discutere sotto il profilo etico. Questa pressione a mio parere non è giustificabile.

D. - Corriamo il rischio di una selezione genetica?

R. - ... si parla della selezione del colore della pelle, addirittura delle caratteristiche dei capelli del donatore ... Sono questioni che portano veramente ad una forma di eugenetica che non è assolutamente accettabile.

D. - Il fatto che i donatori siano anonimi, secondo lei, quali problemi concreti potrebbe comportare?

R. - Il problema dell’anonimato del donatore è un problema enorme. Tra l’altro queste linee guida non lo affrontano, perché si rendono conto della difficoltà. La legge sarebbe necessaria anche per istituire un registro molto chiaro dei nati e dei donatori, perché a mio parere deve essere riconosciuto il diritto dei nati a conoscere le loro origini genetiche. Il diritto a conoscere le proprie origini è molto importante da un punto di vista medico perché il bambino altrimenti è svantaggiato rispetto a bambini che conoscono i loro genitori genetici, cioè non sa quali sono le patologie o i rischi di contagio di alcune patologie genetiche. Quindi la tracciabilità del donatore è fondamentale proprio a tutela della salute del nato da eterologa, oltre alla questione psicologica. Ormai tantissimi studi psicologici su bambini nati da eterologa hanno dimostrato che le persone divenute adulte, nate da eterologa, hanno il desiderio di risalire alle loro origini e di conoscere chi ha donato loro i gameti.

D. - Le Regioni non avranno fatto questo scatto in avanti perché c’è una sentenza della Corte costituzionale e il Parlamento ha preso tempo?

R. - È molto importante che il Parlamento si esprima. Noi come Comitato nazionale di bioetica abbiamo elaborato un parere di consulenza e anche, forse, di stimolo al legislatore ad intervenire sull’argomento. Credo che il legislatore debba intervenire perché altrimenti rimangono dei vuoti che possono essere magari colmati occasionalmente con atti amministrativi o con l’invadenza della giurisprudenza, che però rischia di compromettere un dibattito culturale serio e democratico nel nostro Paese.








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