Continuano gli scontri sulle alture del Golan tra miliziani islamici di Al Nusra ed esercito siriano. La situazione preoccupa Israele per un possibile coinvolgimento negli scontri. Intanto, i miliziani hanno chiesto di essere cancellati dalla lista delle organizzazioni terroristiche dell’Onu, in cambio del rilascio di 45 caschi bl,u sequestrati la scorsa settimana al valico di Quneitra tra Siria e Israele. Sugli obiettivi del movimento fondamentalista, Giancarlo La Vella ha intervistato Giorgio Bernardelli, esperto di Medio Oriente:
R. - L’obiettivo è quello di consolidare la loro posizione sul fronte sud, perché è una zona in cui contemporaneamente è in corso un’offensiva molto forte da parte delle truppe lealiste. La situazione è molto confusa nella zona. Anche il controllo del territorio è molto influenzato dalle ripercussioni di questi raid da parte, appunto, dell’esercito siriano.
D. - Secondo lei, c’è il tentativo di coinvolgere in qualche modo lo Stato di Israele e quindi di allargare il conflitto?
R. - Non credo proprio ci sia un’intenzione di coinvolgere in maniera diretta Israele, tanto meno credo che Israele abbia alcuna intenzione di volersi far coinvolgere. È certo che si tratta di una situazione un po’ paradossale che dice, secondo me, anche la difficoltà dell’Onu a far fronte ad una situazione completamente nuova. Abbiamo osservatori sul territorio, una forza di pace internazionale - che è lì dal 1974 - per controllare un cessate-il-fuoco tra due entità che ormai oggi non hanno alcun interesse a entrare in conflitto tra di loro, cioè lo Stato di Israele e la Siria. Dall’altra parte, però, le forze dell’Onu non hanno alcun mandato rispetto a una situazione che è incandescente.
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