2014-08-31 10:36:00

Testimoni di libertà e speranze, in chiusura del Meeting 2014


“Verso le periferie del mondo e dell’esistenza”. È stato questo il tema del Meeting di Rimini, conclusosi ieri pomeriggio con un incontro dedicato ai “Testimoni di libertà”. Il Papa, nel suo Messaggio dei giorni scorsi ai partecipanti, aveva invitato i cristiani a non perdere mai il contatto con la realtà. Il nostro inviato Luca Collodi ha chiesto un bilancio di questa edizione alla presidente della Fondazione Meeting per l'Amicizia tra i Popoli, Emilia Guarnieri:

R. – Io sottolinerei il fatto che abbiamo avuto tanta gente agli incontri, che hanno affrontato temi di politica internazionale, ospitato grandi testimonianze dal mondo, trattato dell’economia reale, perché abbiamo avuto tantissimi imprenditori. Credo che questo significhi che la gente è interessata a questo: alla realtà della vita, più che al parlare sopra la vita.

D. – Al Meeting si è parlato molto dei cristiani che sono perseguitati, delle minoranze. Che cosa è venuto fuori che non si sapeva?

R. – Io credo che sia venuto fuori, da una parte, una realtà portata anche dal vescovo Warduni e dai protagonisti reali, cioè una realtà drammatica, su cui bisogna forse essere anche molto realisti; quindi, un grande realismo sulle cose; e, dall’altra parte, è venuta fuori però la testimonianza di comunità cristiane, e non solo cristiane, che vivono in questi luoghi e sono desiderose di restare in questi luoghi. Credo che anche questa sia una grande testimonianza.

D. – La sensazione è che da questo Meeting venga fuori anche una comunità internazionale priva di speranza, una comunità internazionale che vive alla giornata...

R. – Più che altro direi una comunità internazionale, forse, che non ha il coraggio di guardare in faccia quello che succede. Invece a noi pare proprio che siamo in un momento in cui l’uomo su questa Terra bisogna che si domandi: “Ma come si fa a vivere e per che cosa si può vivere?” Altrimenti siamo veramente destinati a morire.

D. – Guardando a questa edizione, come sta cambiando il Meeting di Rimini, anche in un cammino futuro?

R. – Ci sono tanti fattori su cui sicuramente dovremo riflettere. C’è un rapporto estremamente interessante, che si sta instaurando con i partner del Meeting, con tanti partner del Meeting; c’è una richiesta da parte del pubblico sempre più netta di cose vere, di cose reali. Anche la grandissima affluenza che c’è stata alle mostre, per esempio, dice di un interesse ad impattarsi con l’esperienza e con la realtà. Credo che dobbiamo sempre di più camminare in questa direzione. La gente ha voglia di esperienze vere, di pezzi di realtà con cui incontrarsi, da cui essere provocati, perché il cuore di ognuno possa crescere.








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