2014-08-31 12:47:00

Cinema Venezia: in mostra un'Italia a tinte nere


I primi film italiani alla Mostra del Cinema di Venezia descrivono in modo inquietante sistemi di microcriminalità diffusi e corruzione delle famiglie e degli adolescenti: situazioni e realtà che pur in un contesto narrativo di finzione registi particolarmente sensibili raccontano senza sconti e con grande intensità drammatica. Il servizio di Luca Pellegrini.

Crepe nelle anime che sono grigie e nere; estorsioni come fonte di guadagno sicura, crediti illeciti riscossi senza pietà attraverso un sistema criminale diffuso; violenze covate sotto la cenere in famiglie perbene e borghesi che trasformano i cuori di tutti, genitori e figli, aprendo alla più feroce intolleranza e alla vendetta gratuita. E’ un’Italia brutale, pericolosa, senza futuro, quella che emerge in alcuni film presenti alla Mostra veneziana. Il cinema è un radar acuto, registi sensibili non mancano di captarne i segnali: se questo accade, significa che una parte delle storie narrate sul grande schermo hanno una loro ragione di essere e un legame alla nostra realtà. Francesco Munzi nel bellissimo “Anime nere”, in concorso, applaudito lungamente dal pubblico e unanimemente elogiato dalla critica, sposta sulle brulle sommità dell’Aspromonte, in una famiglia di tre fratelli calabresi, le dinamiche di una tragedia shakespeariana, in cui la fedeltà alle regole della ‘drangheta diventano le leggi della vita e della morte; Michele Alahique per la sua opera prima presentata in Orizzonti, “Senza nessuna pietà”, segue da vicino la storia di Mimmo, interpretato da Pierfrancesco Favino, assoldato per riscuotere i crediti dello zio - e almeno un rigurgito di coscienza alla fine lo dimostra, grazie a un incontro improvviso -; “I nostri ragazzi” di Ivano De Matteo, alle Giornate degli Autori, liberamente tratto dal romanzo di successo “La cena” di Herman Koch, entra direttamente nella quotidianità di due famiglie legate da parentela, in cui i due cugini dimostrano di non avere problema alcuno nell’essersi resi complici di un omicidio immotivato, scatenando nei genitori reazioni imprevedibili e cattive. Insomma, la Penisola non è immune dal clima torbido del mondo e il cinema non fa sconti nel descriverlo. Ovunque. Per ora.








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