2014-08-30 16:58:00

Ucraina: Unione europea verso nuove sanzioni contro Mosca


Nell’est dell’Ucraina sono tornati ad avanzare i separatisti filorussi che si scontrano da mesi con l’esercito di Kiev: anche di questo discuteranno i leader europei durante il Consiglio straordinario convocato  per parlare delle nomine dei vertici dell’Unione. Intanto il presidente ucraino Petro Poroshenko denuncia il rischio di una “guerra su larga scala”. Il servizio di Davide Maggiore:

“Ci prepariamo a una nuova offensiva”, ha dichiarato Alexandr Zacharcenko, leader dei separatisti di Donetsk, che annunciano di aver già catturato oltre 100 soldati e 40 mezzi ucraini. Sarebbero invece quattromila o cinquemila i militari russi operativi nell’est del Paese: un intervento denunciato da Kiev, sempre smentito da Mosca, condannato dall’Alleanza atlantica e bollato come “inaccettabile” dal premier britannico Cameron. “Se la Russia è in guerra con l’Ucraina – è stata inoltre la reazione delle autorità della Lituania – è come se lo fosse con l’Europa”, motivo per cui Kiev andrebbe “aiutata militarmente”. Il rischio di raggiungere un “punto di non ritorno” era stato sottolineato dal presidente uscente della Commissione europea, Barroso, che aveva però parlato anche di altro tempo disponibile “per trovare una soluzione”. E mentre si profila un inasprimento delle sanzioni contro Mosca, è stata annunciata per lunedì a Minsk la riunione del gruppo di contatto a cui parteciperanno rappresentanti di Russia, Ucraina e Osce. 

Per un’analisi della situazione, ascoltiamo Arduino Paniccia, direttore della Scuola di competizione economica e internazionale di Venezia, intervistato da Giada Aquilino:

 

R. – Ci troviamo in una situazione nella quale appare ormai chiaro il fiancheggiamento se non l’intervento della Russia, che quindi non ha abbandonato i separatisti al loro destino. Mi sembra che comunque non li abbandonerà fino a quando non raggiungerà un risultato politico. Credo che potrebbe essere occupata Mariupol e che quindi sostanzialmente venga "chiuso" il Mare di Azov, dopo la Crimea. Si tratterebbe di un’altra occupazione territoriale tesa poi a essere messa su un eventuale tavolo delle trattative e comunque, diciamo, militarmente ancora a supporto dei separatisti. L’inasprimento delle sanzioni è una mossa che – come si è già dimostrato negli ultimi mesi e in tanti altri casi nel passato – a mio parere potrebbe portare a un peggioramento della situazione e a un ulteriore scontro militare sul campo.

D. – Dopo le condanne dell’operato russo in Ucraina da parte della Nato, dell’Onu, dell’Unione Europea, Putin ha annunciato che Mosca sta rafforzando le forze di deterrenza nucleare: “non per minacciare qualcuno”, ha detto, ma per “sentirci sicuri”…

R. – È una minaccia. Significa appunto che la Federazione russa non ha nessuna intenzione di abbandonare i separatisti e punta, forse, anche a un'escalation militare, se ci sarà un’escalation delle sanzioni e del tentativo di isolamento.

D. – Di fronte alle sanzioni da una parte e all’escalation militare dall’altra, quale linea andrebbe seguita a questo punto?

R. – La linea è sicuramente l’alternativa al conflitto, che è sempre disastroso e pessimo. La trattativa, che naturalmente è una cosa molto difficile. D’altra parte, deve prevalere una linea di mediazione che cerchi di portare al tavolo negoziale i diretti interessati. L’obiettivo è difficile, ma raggiungibile: sicuramente uno Stato più federale.








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