2014-08-29 08:19:00

Ucraina, sconfinamento truppe russe. Nato: fermare operazioni


La Nato chiede alla Russia di fermare le operazioni in territorio Ucraino, ma da Mosca continuano a negare qualsiasi coinvolgimento nella crisi e minacciano ripercussioni sulle forniture di gas. Intanto l’Unione Europea si prepara a discutere nuove sanzioni contro la Russia. Il servizio di Marco Guerra:

“Chiediamo alla Russia di mettere fine alle azioni militari illegali in Ucraina, al sostegno ai separatisti e che adotti misure che portino alla descalation della grave crisi”. E' quanto ha detto il segretario generale della Nato Rasmussen al termine della riunione d’emergenza dei rappresentanti dell'Alleanza atlantica per discutere gli ultimi sviluppi della crisi ucraina, all’indomani della diffusione delle foto satellitari che mostrano lo sconfinamento di circa un migliaio di soldati russi in territorio ucraino. Poco prima il ministro degli Esteri di russo Lavrov aveva bollato le accuse occidentali come “congetture” già sentite in passato, negando ogni responsabilità. Ma sempre Rasmussen ha ribadito: “nonostante le smentite di Mosca, è ora chiaro che le truppe e armi russe hanno varcato il confine”. Dal canto suo Putin invita l'Occidente a fare pressioni su Kiev affinché intraprenda un negoziato con i ribelli. E dopo che Obama ha assicurato risposte all’azione russa, anche se escludendo un intervento militare, la Germania fa sapere che al vertice dell’Unione Europea di domani si discuterà il varo di “nuove sanzioni economiche” contro la Russia. Intanto il ministro dell’Energia russo avverte: esiste “l'alto rischio” che il gas russo non riesca ad arrivare all'Europa a causa delle tensioni con l'Ucraina. Infine, arriva un nuovo bilancio pesantissimo dell’Onu: 2600 morti dall’inizio del conflitto. Il rapporto parla di "tendenza allarmante”.

 

Per un’analisi degli sviluppi della crisi ucraina, abbiamo intervistato Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana:

R. - È veramente difficile capire perché Putin abbia deciso questa accelerazione in un momento in cui sembrava che questi incontri con Poroshenko potessero portare ad un alleggerimento della situazione, non ad un suo appesantimento. Quello che può venire in mente è che, intanto, abbia voluto, in qualche modo, aprire un fronte per alleggerire la situazione dei ribelli di Donetsk che cominciano ad essere un po’ in crisi dal punto di vista militare, e che voglia creare una  fascia che vada  dal Dombass e dal Donetsk - a nord - fino al sud perché la direzione da Novoazovsk  verso Mariupol è quella della Crimea, creando una fascia di protezione degli interessi russi che sono quelli di aver delle vie di smercio per il gas e per il petrolio garantite e sicure. Certamente l’idea che ci sia Kiev, un governo molto filoamericano e molto antirusso con le mani sui rubinetti del gas che viene verso l’Europa, non può lasciare il Cremlino tranquillo.

D. - Quale razione internazionale bisogna attendersi?

R. - Qui c’è un po’ un gioco delle parti. Naturalmente gli ammiccamenti tra Nato e Ucraina, tra Ucraina e Nato, sono partiti molto prima di oggi. È chiaro che l’obiettivo degli Stati Uniti, e soprattutto dell’Ucraina, è proprio di arrivare a questo; per la Russia sarebbe una soluzione detestabile. Da un punto di vista della reazione, non credo che si arriverà ad una di tipo militare da parte di nessuna delle agenzie citate: Unione Europea, Onu, Nato ... Tutte quelle a cui si è rivolta l’Ucraina. Credo che sicuramente come minimo saranno inasprire le sanzioni economiche nei confronti della Russia.

D. - Quindi al momento la crisi è destinata a perdurare; non c’è alcuna soluzione pacifica in vista ...

R. - Credo proprio di no, ma d’altra parte la soluzione pacifica avrebbe dovuto essere perseguita fin dall’inizio, mentre invece sulla scorta dell’insoddisfazione della gente ucraina, gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno premuto molto per una soluzione che non contemplasse, comunque, il parere della Russia. In qualche modo, una reazione da parte del Cremlino era da attendere. Forse una reazione di tipo apertamente militare non era quella che si poteva immaginare.








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