2014-08-29 12:14:00

Italia in recessione. Pil Usa sale a +4%


L’Italia è in recessione. L'economia nel secondo trimestre del 2014 si è contratta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Lo conferma l'Istat, secondo cui il Paese ad agosto è in deflazione. Non accadeva dal 1959.  Male anche la disoccupazione, che sale al 12,3%, mentre nell’Eurozona si stabilizza all’11,5%. Sempre nell’area euro, l’inflazione scende allo 0.3%. In controtendenza i dati dell’economia Usa, con il pil che cresce del 4,2%. Paolo Ondarza ha raccolto il commento dell’esperto, Alan Friedman:

R. – L’economia americana sta beneficiando di un aumento del sentimento positivo dei consumatori. Ovviamente, ricordiamo che in America la Banca centrale americana da 3-4 anni sta immettendo liquidità, sta cercando di produrre più denaro nel sistema. E’ quello che ci vuole in Europa, quello che Mario Draghi dovrebbe fare.

D. – Si può sperare in qualche effetto benefico anche per l’Europa da questa ripresa positiva dell’economia statunitense?

R. – Quando l’economia americana cresce, questo fa sì che aumenti anche l’importazione della merce made in Italy e dell’Europa. Se la crescita americana rimanesse a questi livelli per i prossimi sei mesi, sìcuramente vedremmo l’aumento dell’export italiano. Ma per il problema per l’Italia non è l’export, il problema è che in Italia non gira più denaro: c’è troppa rigidità del mercato del lavoro e la pressione fiscale sui lavoratore e sulle imprese è troppo elevata.

D. – Una conferma del perdurare della crisi in Italia arriva dai dati Istat sulla disoccupazione, ancora in aumento…

R. – L’economia americana ha un sistema del mercato lavoro per cui, quando gli ordini di un’impresa vanno giù, si può licenziare con due o quattro settimane di preavviso senza lunghe liquidazioni, tribunale e articolo 18. E quando l’economia cresce, si può assumere facilmente. In Italia, ovviamente, come in mezza Europa, ci troviamo nella situazione in cui in cui i Paesi che hanno fatto la riforma del lavoro, come la Germania, la Gran Bretagna, l’Olanda, hanno tassi di disoccupazione simili agli Stati Uniti, attorno al 6-7%; mentre in Italia l’Istat ci riporta la notizia che siamo ormai verso il 13%. La riforma del mercato del lavoro è fondamentale per l’Italia, ma contemporaneamente deve esserci una riforma dell’economia, del fisco, della burocrazia. E’ quello che Renzi sta cercando di fare, ma con molte resistenze. Se l’Italia non farà queste riforme e non si riuscirà a far ripartire l’economia questo Paese rischia, secondo me, un’implosione della famosa coesione sociale.

D. – E allargando lo sguardo all’Europa: recenti dati fotografano anche l’economia tedesca  in affanno?

R. – La Germania è un grande ostacolo alla crescita dell’Europa. L’economia tedesca sta rallentando. L’economia della Francia va malissimo. Nei prossimi giorni, al vertice europeo, i socialisti dell’Europa cercheranno di vedersi prima a Parigi e poi di andare di nuovo dalla Merkel a dire: basta con l’austerity, spendiamo un po'. Io dico che a questo punto una politica espansiva di investimenti pubblici è fondamentale: tutta l’Europa ne ha bisogno.








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