2014-08-22 14:11:00

La Chiesa ricorda Maria Regina, titolo nato dal cuore dei cristiani


La Chiesa celebra il 22 agosto la memoria della Beata Vergine Maria Regina. La liturgia post-conciliare ha collocato questa celebrazione subito dopo la solennità dell’Assunta, dove la regalità della Madonna appare in tutta la sua luce. Ma la storia di questo titolo, poi riconosciuto definitivamente da Pio XII nel 1955, comincia all’alba della vita cristiana. Lo ricorda in questo servizio Alessandro De Carolis:

Nella storia della sovranità antica e moderna, mai titolo regale fu conferito nella più assoluta discrezione, senza pompa né pubblico né ossequi a celebrarne la magnificenza, come in quel giorno, o in quella notte, in cui – come scrive Luca nel suo Vangelo – “l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret”.

Non consegna una corona l’annunciatore, alla giovane donna cui si rivolge, ma un messaggio che non ha eguali: sarai – le dice – madre del “Figlio dell’Altissimo”, cui Dio darà “il trono di Davide” e “il suo regno non avrà fine”.

La tromba che enfatizza la notizia è un breve colloquio privato. La discrezione più assoluta prende il posto dello sfarzo che adorna la fastosità di ogni incoronazione. In un giorno senza calendario, o in una notte, la piccola Maria, con il suo “sì”, diventa mamma del “Re dei Re” e, per ciò stesso, la più umile e la più grande delle Regine.

È riflettendo su questa scena, e su quella del Magnificat, che i primi cristiani, dal più dotto al meno istruito, cominciano a descrivere, o semplicemente a intuire, che in Maria la maternità di Gesù, il Signore, comporta il titolo della regalità.

Per i primi 400 anni, il concetto viene dipinto più che espresso. Nelle catacombe di Priscilla, inizio del secondo secolo, la Madonna che presenta il Bambino ai Magi ha il portamento e gli abiti di una Imperatrice. Mentre quella che si ritiene la più antica dichiarazione sulla sua regalità viene, a metà del Duecento, dalla penna del filosofo e teologo egiziano, Origene, che commentando l’incontro tra Maria e sua cugina Elisabetta, fa parlare quest’ultima così: “Perché salutarmi tu per prima? (…) Sono io che dovrei venire da te, perché tu sei benedetta fra le donne, tu la Madre del mio Signore, la mia Signora”. Ma è Sant’Efrem, morto nel 375, il primo Padre della Chiesa a conferire a Maria l’appellativo di Regina, quando compone una preghiera che inizia così: “Vergine Augusta e Padrona, Regina, Signora…”.

In duemila anni, pensatori e poeti, Santi e Papi scrutano, approfondiscono e dilatano in ogni epoca ciò che sul tema viene dalla precedente e il titolo di “Maria Regina” si staglia sempre più ufficiale e solenne. A metà del 1500, San Bernardino da Siena trova un’espressione di sintesi che scolpisce in un certo senso la questione. La Vergine, sostiene, “sta alla de­stra del Figlio (…) come vera Regina perché Madre del sommo Re per la sua generosa concezione, perché Figlia del sommo Re per gratuito conseguimento, perché Sposa del sommo Re per la sua gloriosa assunzio­ne”.

In tempi vicini a noi si arriva al 1902, quando da Friburgo i partecipanti al primo Congresso mariano internazionale suggeriscono al Papa la data del 31 maggio per la celebrazione delle festa di Maria Regina. Poi, a metà del ventesimo secolo, è Pio XII a compiere i passi ultimi e definitivi. Nel 1942, consacra l'umanità al Cuore Immacolato di Maria Regina dell'universo. Il 13 maggio 1946, dedica un radiomessaggio al Portogallo per l’Incoronazione della statua della Madonna di Fatima, con quello che egli stesso chiama “il messaggio della regalità”, quindi l'11 ottobre 1954 emana l'enciclica "Ad coeli reginam", ovvero il primo pronunciamento pubblico e autorevole della Chiesa sulla dottrina della regalità di Maria. Infine, nel 1955 fissa al 31 maggio la celebrazione di Maria Regina. Ma pochi mesi prima, il primo novembre 1954, non sono i documenti ma una festa di centinaia di persone a celebrare attorno a Pio XII in San Pietro il titolo di “Maria Regina”:

“La regalità di Maria è una realtà ultraterrena, che però al tempo stesso penetra fin nel più intimo dei cuori e li tocca nella loro essenza profonda, in ciò che essi hanno di spirituale e di immortale”. (Pio XII, Basilica S. Pietro, 1 novembre 1955)

La storia della regalità più nascosta e silenziosa arriva così al suo culmine. Da Nazareth a Roma: non tra cortigiani che non osano alzare lo sguardo alla loro sovrana, ma nei cuori di un popolo che la ama come sia ama una Madre.








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