2014-08-21 16:24:00

I sindacati minacciano: no a uno stop al contratto degli statali


Al momento il governo non conferma l’ipotesi, circolata in questi giorni, di un nuovo blocco del rinnovo contrattuale degli statali. I sindacati però giudicano questa possibilità credibile e scendono sul piede di guerra. Alessandro Guarasci

 

Sia il sottosegretario alla Presidenza Delrio, sia il suo collega all’Economia Baretta dicono di non sapere nulla né di un contributo di solidarietà per le pensioni alte né di un blocco dei contratti degli statali. Ma i sindacati sono convinti che al Tesoro si stiano battendo proprio queste due strade in vista delle legge di stabilità e per arginare la spesa pubblica. Per il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni un nuovo blocco degli stipendi sarebbe un errore, perché il grosso del pubblico impiego è fatto da persone che sono appena al di sopra dei 1000 euro al mese. Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, afferma che si rischia un autunno caldo. I contratti dei tre milioni di statali sono fermi dal 2010, con un risparmio di circa 15 miliardi di euro per lo Stato. Ma quanto ha perso chi lavora per il pubblico impiego? Giovanni Faverin, segretario nazional della Fp – Cisl

“Ha perso dai 3 mila ai 5 mila euro. La cosa più grave è che li ha persi per sempre, non stiamo parlando di un una tantum. Ha perso anche i relativi contributi previdenziali. Col sistema contributivo previdenziale, che è in vigore, nessuno andrà a rimettere quella parte di contributi non versati”.

Per risparmiare si potrebbe incidere sul numero dei dirigenti. Solo nei ministeri ce ne sono più di 2700, ma poi bisogna aggiungere comuni, regioni e province, autorità di controllo, ospedali, eccetera. Insomma troppi graduati che guadagnano anche 250 mila euro l’anno








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