2014-08-19 13:52:00

Arcivescovo di Bangui: solo dialogo può risolvere crisi in Centrafrica


"Solo il dialogo e il confronto possono aiutare i cittadini centrafricani a risolvere la crisi che sta vivendo il loro Paese”. Lo ha ribadito domenica mons. Dieudonné Nzapalahinga, arcivescovo di Bangui e presidente della Conferenza episcopale centrafricana, a quasi un mese dal cessate-il-fuoco firmato il 23 luglio a Brazzaville tra le milizie anti-balaka e gli ex ribelli del Seleka.

Intervenendo a una funzione ecumenica celebrata alla presenza della Presidente Catherine Samba-Panza, per ricordare il 120.mo anniversario della fondazione della prima parrocchia dell’allora Territorio dell'Oubangui-Chari, mons. Nzapalahinga ha sottolineato il ruolo centrale della Chiesa nella promozione del dialogo, ma anche quello della famiglia: “La Chiesa domestica è il luogo in cui il padre, la madre e il figlio dovrebbero dimostrare rispetto reciproco e dialogare per promuovere i valori autentici che cambieranno la nostra società”, ha detto il presule. “La prima scuola di dialogo comincia infatti a casa che è il luogo dove si trasmettono i veri valori.  Se ci sono divisioni in famiglia – ha quindi ammonito - non dovete sorprendervi se i vostri figli le portano nelle strade”.

L’arcivescovo di Bangui – riporta l’agenzia africana Apa- ha chiamato in causa anche le responsabilità delle milizie cristiane anti-balaka, nate inizialmente come formazione di difesa dagli ex ribelli musulmani del Seleka, ma che si sono anche loro lasciate andare a massacri di civili: “Quando scegliete le persone sulla base della loro razza o appartenenza etnica, non siete più una chiesa. Non assolvete alla missione di Dio, la missione universale che ci è stata affidata da Cristo”.

Intanto, nonostante il cessate-il-fuoco e la presenza delle truppe francesi, di quelle dell'Unione Africana e l’arrivo di quelle dell’Unione Europea, le armi non si sono completamente fermate in Centrafrica. E’ dei giorni scorsi la notizia di nuove violenze in diversi villaggi del nord in cui sono state uccise 34 persone per mano di sospetti ex ribelli musulmani Seleka e di pastori dell'etnia nomade Fulani.(L.Z.)








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