2014-08-18 14:19:00

Iraq. I curdi avanzano, mons. Nona: "Abbiamo bisogno di tutto"


Sull’Iraq continuano i raid statunitensi, mentre anche la Gran Bretagna esclude l’invio di truppe sul terreno. Intanto i combattenti curdi hanno annunciato di aver ripreso il controllo della diga di Mosul, caduta nelle mani del’autoproclamato Stato islamico nelle scorse settimane. Ora peshmerga e forze irachene – afferma un portavoce militare – cercheranno di riprendere anche la stessa città di Mosul. Per una testimonianza, Davide Maggiore ha raggiunto telefonicamente nella regione mons. Amel Shamoun Nona, arcivescovo di Mosul:

R. - L’esercito curdo ha cominciato a liberare alcuni villaggi cristiani. Ma nessuno è tornato perché la gente ha ancora paura. Finché l’Isis sarà qui vicino sicuramente la gente non può tornare. La situazione delle famiglie rifugiate è la stessa; sono tutte nelle chiese, nei giardini, nelle aule di catechismo ... Sono ovunque. Stiamo cercando di aiutarli, ma abbiamo bisogno di tutto perché sono tantissime persone.

D. - Di quante persone parliamo? Di quanti rifugiati parliamo?

R. - Circa centomila cristiani. Ci sono anche altri, soprattutto yazidi, ma anche shabak, una minoranza di confessione sciita. Ma in queste zone ci sono soprattutto cristiani e yazidi.

D. - Dal punto di vista umanitario, qual è il bisogno più grande che avete in questo momento?

R. - Abbiamo bisogno di tutto. Ma penso che per quanto riguarda la situazione dei profughi avremo bisogno di case, di campi dove la gente possa vivere perché non è possibile che questi rimangano nei giardini, nelle aule. Ci sono famiglie, bambini, donne, ragazzi, ragazzine ... Per questo bisogna trovare una soluzione anche per loro.

D. - Quindi anche se le forze curde, come abbiamo detto, si stanno avvicinando a Mosul - hanno liberato dei villaggi, la diga - non è ancora possibile per i rifugiati tornare nelle loro case?

R. - Penso che sia ancora presto parlare di un ritorno. La gente non crede che la zona sia sicura. Penso che nessuno ritorni. Speriamo, in questi giorni, di avere la sicurezza per poter permettere a tutte queste persone di tornare nelle loro case.

D. - I rifugiati, come hanno accolto la notizia della riconquista dei villaggi dove sono le loro case?

R. - Con tanta tensione, perché è una guerra; magari domani si ritirano un’altra volta. Quindi restiamo a guardare cosa succederà.

D. - C’è un appello che lei vuole fare a quanti ci ascoltano attraverso la Radio Vaticana?

R. - Sicuramente. Chiediamo la preghiera di tutti, perché il Signore aiuti questa gente a trovare la pace, la serenità e una vita degna dal punto di vista umano. Attraverso la Radio Vaticana lancio un appello a tutte le persone di buona volontà affinché aiutino queste persone tramite qualsiasi forma di aiuto perché hanno veramente bisogno di tutto. Speriamo che tutte le persone di buona volontà possano aiutare questa gente.








All the contents on this site are copyrighted ©.