2014-08-17 11:48:00

Un giovane coreano: Francesco ci ha confortati e conquistati


Papa Francesco ha ricevuto un’accoglienza entusiastica in Corea. Ascoltiamo, in proposito, la testimonianza di un giovane sud-coreano, Luca Young Sik-kim, studente presso il Pontificio Collegio coreano a Roma, intervistato da Luca Collodi:

R. - Tutti i suoi gesti e non solo le sue parole, ma anche i suoi sguardi, i suoi “tocchi”… Per tutte queste cose siamo conquistati dal Papa.

D. - Il popolo coreano voleva una parola di aiuto, di conforto, di speranza: perché?

R. - Speranza, ma anche consolazione. Il popolo coreano ha vissuto la tristezza e la sofferenza per la tragedia del traghetto affondato… Il governo non poteva consolare con sincerità. Tutto il popolo aspettava proprio la consolazione vera dal Papa. Inoltre, oggi, nella nostra società, viviamo in una realtà in cui parliamo, ma non comunichiamo l’un l’altro e in cui non ascoltiamo le altre persone. Viviamo anche un periodo di crisi dei valori veri. Per questo, non soltanto i cattolici, ma anche le persone appartenenti ad altre religioni o senza una religione, aspettavano un messaggio forte e convincente dal Papa.

D. - Che Chiesa sarà, dopo la visita del Papa, quella della Corea?

R. - Sicuramente come Papa Francesco ha sottolineato sempre, sin dall’inizio del suo Pontificato, una Chiesa povera, una Chiesa che sappia abbandonare le cose che bloccano la strada verso il Signore. Ma anche una Chiesa - e il Papa lo ha sottolineato sempre - che esca da se stessa, che vada nel mondo. Non pochi credenti sono ancora convinti che la Chiesa debba essere separata dal mondo, dalla politica, dalla società, ma il Papa ha ribadito di nuovo che la Chiesa non deve essere staccata dalla realtà: dobbiamo andare avanti, con il nostro impegno. Inoltre, questa visita del Papa ci fa anche ricordare di nuovo quale sia l’essenza della fede, in particolare per la nostra Chiesa che discende dai martiri, e come vivere oggi la realtà da fedele, andando controcorrente e portando il messaggio della gioia della fede.

D. - Il Papa ha parlato alle due Coree: si potrà arrivare presto all’unità?

R. - Non dobbiamo dimenticare che non sono due Coree, ma una Corea divisa: è una famiglia! Quindi, non soltanto i politici, ma anche tutto il popolo deve ricordare che è una famiglia, un popolo separato, ma non Paesi distinti!








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