2014-08-16 14:12:00

Russia-Ucraina: nessuna intesa su aiuti. Caritas: gente è sotto shock


Ancora alta la tensione tra Russia e Ucraina, dopo che Kiev ha affermato di aver distrutto parte di una colonna di blindati di Mosca, lungo la frontiera di Donetsk, sventando un'incursione militare. Ma il presidente Putin nega e accusa a sua volta Kiev di voler ostacolare l'invio dei convogli carichi di aiuti destinati ai separatisti. "Senza accordi bilaterali, non ci sarà nessuna missione umanitaria", fa sapere intanto la Croce Rossa internazionale. Dunque è stallo, sarà forse il vertice di domani Berlino tra i ministri degli esteri di Russia e Ucraina, insieme a quelli di Francia e Germania, a trovare la mediazione. In questa situaizone, è la popolazione del sudest ucraino a soffrire di più. “E’ difficile far arrivare gli aiuti e non c’è chiarezza su quanto accade effettivamente nell’area di conflitto”, spiega al microfono di Gabriella Ceraso, la consulente Caritas Ucraina, Karel Zelenka:

R. – Non c’è accesso alle zone in conflitto. La situazione che si conosce di Donetsk e Lugansk è che praticamente non c’è elettricità da tanti, tanti giorni. Non c’è approvvigionamento di prodotti freschi, mentre la temperatura è tra i 30 e i 35 gradi e questo significa che la situazione, soprattutto per gli anziani, è difficile. La gente cerca di scappare, di fuggire, ma le strade non sono sicure. Ci sono 165 mila sfollati in Ucraina e circa 185 mila in Russia.

D. – In questi quasi quattro mesi di conflitto, la popolazione non ha ricevuto nessuna forma di aiuto umanitario?

R. – Limitatissimo. Non regolare. E non si sa esattamente chi riceva questi aiuti.

D. – Che cosa sarebbe necessario per sbloccare la situazione?

R. – Penso un accordo politico, che è difficilissimo, ma anche a questo intervento della Croce Rossa internazionale. Noi, come Caritas, stiamo cercando di aiutare con l’acqua, l’acqua potabile, che è importantissima.

D. – Di cos’altro c’è bisogno?

R. – Di medicine, articoli di igiene personale e materiali per ospedali: soprattutto questo, perché sembra che adesso ci siano di nuovo tanti, tanti feriti nelle zone di conflitto… Poi, c’è anche gente che sta cercando rifugio negli ospedali…

D. – Ma la gente come sta vivendo questo momento? Cosa capisce di quello che accade?

R. – Ci sono tanti casi di traumi psicologici, oltre che fisici. C’è un grande desiderio che questo conflitto finisca e che si possa tornare nelle proprie case. Ecco, questi sono i sentimenti: shock e trauma per molta gente, ma anche incertezza del futuro ha il suo peso, perché in Ucraina non è ancora finita la transizione e questo conflitto non da un buon aiuto alla transizione.








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