2014-08-16 12:17:00

Card. Tagle: asiatici colpiti dall'autenticità di Francesco


Il cardinale filippino Luis Antonio Gokim Tagle, arcivescovo di Manila, che accoglierà Papa Francesco nelle Filippine nel prossimo gennaio, sta seguendo il Pontefice anche in questo suo primo viaggio nel continente asiatico. Ascoltiamo la sua riflessione al microfono del nostro inviato in Corea, Davide Dionisi:

R. – Noi asiatici siamo lieti e ci sentiamo benedetti dalla visita pastorale del Santo Padre. A gennaio dell’anno prossimo, noi filippini saremo pronti ad accogliere il Santo Padre con un abbraccio, un abbraccio caloroso, a Manila!

D. – Secondo lei, perché piace così tanto, Papa Francesco?

R. – Secondo me, il primo punto è che i giovani mostrano un’apertura ad un modello di umanità e i giovani cercano questo modello e trovano nel Santo Padre questo cuore pieno, pieno di umanità, di amore e compassione e misericordia. E da parte sua, il Santo Padre mostra ai giovani questa sincerità di cuore, questa autenticità di umanità. E questo dialogo di due cuori, ambedue aperti all’amore di Dio, questo per me è una fonte di energia, di zelo …

D. – La visita del Papa in Corea è quasi come se volesse iniziare un nuovo annuncio del Vangelo partendo proprio da qua …

R. – La Corea diventa un centro non solo nella Regione dell’Asia, ma un centro mondiale, economico e anche politico. Anche nel mondo dell’arte, nel mondo della musica la Corea è tra i leader del mondo. Mi sembra che la visita pastorale del Santo Padre sia un incoraggiamento anche per la Chiesa di Corea, affinché faccia un passo avanti nell’evangelizzazione e nell’attività missionaria e caritativa verso i sofferenti ed i poveri del mondo.

D. – Può anticipare qualcosa per il prossimo viaggio in Asia, che oltre alle Filippine prevede anche una tappa nello Sri Lanka?

R. – La visita pastorale del Santo Padre nelle Filippine avrà due punti nodali: il primo è per incoraggiare i filippini, specialmente i laici, le famiglie, i giovani, anche i poveri ad essere missionari della fede nel mondo contemporaneo, a portare il messaggio di Gesù Cristo nei vari livelli del mondo, della vita contemporanea; il secondo è per visitare la gente che soffre a causa del tifone, le vittime del tifone e del terremoto: un atto concreto di compassione, di solidarietà con i sofferenti.

D. – Cosa racconterà? Cosa sta raccontando ai suoi confratelli vescovi, ai sacerdoti, ai parroci filippini di questi giorni di Papa Francesco?

R. – In Corea, io mi sento come un giovane, un giovane … Nell’incontro di ieri, io mi sentivo come un ragazzo che volevo vedere per la prima volta il mio “nonno nella fede”: la gioia dei giovani è come un virus che mi ha contagiato! [ride] E gli altri cardinali e vescovi, accanto a me mi sembra che sentissero la stessa cosa. Ho sentito non solo l’amore, ma anche la sete dei giovani per l’autenticità e per la comunione. I giovani asiatici vogliono toccare le mani, toccare … in questo contatto umano, la comunione diventa vera.








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