2014-08-14 14:47:00

Una teologa sudcoreana: Francesco dà speranza a Paese in difficoltà


Sulle attese per questa visita di Papa Francesco in Corea, il nostro inviato a Seoul padre Bernd Hagenkord ha intervistato la teologa coreana Serena Kim, docente all’università di Daegu:

R. - Recentemente noi coreani abbiamo attraversato tante crisi, economiche, politiche, sociali, in ogni campo. Poi, c’è stata anche la grande tragedia di Sewol. Quindi siamo feriti, siamo rimasti paralizzati psicologicamente. Il Papa viene ad aiutarci a riprendere una nuova speranza nel futuro.

D. – La Corea è un Paese multireligioso: che ruolo ha la Chiesa cattolica?

R. – In Corea il cattolicesimo è sempre stata una religione apprezzata moralmente ed eticamente.

D. – Per quanto riguarda le relazioni tra le religioni c’è un dialogo attivo?

R. – In parte cercano il dialogo e in parte ci sono conflitti. In Corea ufficialmente c’è una commissione dei rappresentanti delle sette religioni. Dicono che bisogna aggiungere l’islam, quindi saranno otto religioni. I fedeli cercano sempre di incontrarsi quando si verifica qualche problema, qualche incidente sociale.

D. – Il Santo Padre può contribuire a questo dialogo?

R. – Certamente perché il Papa non cerca di convertire i fedeli delle altre religioni al cattolicesimo. Questo è un buon atteggiamento, un modello che le altre religioni possono imparare. Recentemente una mia amica protestante, anche lei teologa, mi diceva: Papa Francesco anche per me è il Papa. L’effetto, il fenomeno di Papa Francesco, sarà di stimolo per questa commissione e per molte altre religioni coreane.

Tra quanti hanno organizzato i preparativi della visita del Papa in Corea c’è il sacerdote Giuseppe Lee. Questa la sua testimonianza al microfono di Davide Dionisi:

R. – Noi abbiamo preparato gli eventi con grande gioia, con grandissima gioia! Tante, tante persone hanno partecipato ai preparativi: quasi 100 sacerdoti della nostra diocesi, molte suore, 4.000 giovani e tanti laici ci hanno aiutato e pregano per il Santo Padre, con grande gioia. Il Santo Padre è molto, molto famoso tra noi coreani, tra i cattolici ma anche tra i non cattolici.

D. – Che significato ha la visita del Santo Padre in un Paese come la Corea?

R. – Noi speriamo soprattutto che il Santo Padre ci dia pace e conforto, perché oggi molti coreani oggi hanno difficoltà nella vita quotidiana: anche noi abbiamo difficoltà … E quindi, la visita del Santo Padre significa per noi conforto …








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