2014-08-12 15:50:00

Ebola, prof. Morrone, IFO: "Investire di più nelle malattie dimenticate"


"Esprimo la mia piena solidarietà e riconoscenza ai missionari che vanno oltre il loro dovere in una forma straordinaria di assistenza ai malati molto gravi". Il prof. Aldo Morrone, primario di Medicina delle Migrazioni dell'IFO San Gallicano di Roma, spiega come questo virus si riattiva, diventando estremamente letale, quando penetra in soggetti debilitati.

 

"I Paesi colpiti dall'epidemia hanno subito grossi tagli alle risorse sanitarie - precisa Morrone - e infatti il virus Ebola è tipico della povertà dell'Africa. Bisogna dunque investire a questi livelli, altrimenti si assisterà sempre a picchi di emergenza e a periodi silenti". E commenta il parere favorevole del comitato di esperti di etica medica riunito dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di ricorrere a trattamenti non ancora omologati contro l'epidemia: "E' doveroso - dichiara - dare terapie sperimentali". 

"Rimango sempre più stupito - aggiunge il medico - che ancora si intervenga poco nella ricerca scientifica di vaccini contro le cosiddette malattie dimenticate, che ormai colpiscono 2 mld. di persone. C'è bisogno di un investimento serio e non ipocrita, come spesso accade di fare a noi occidentali, un investimento duraturo". Ma il contagio può avvenire attraverso gli sbarchi dei migranti sulle coste dell'Europa? "E' praticamente impossibile che ciò accada". 

Paolo Beccegato, vice direttore di Caritas italiana, ricorda quando, già prima dello scorso Natale, si era provveduto a spostare dalla Guinea alcuni volontari. "Fummo i primi, in tempi ancora non sospetti, a prepararci di fronte al rischio di una epidemia", racconta. "Il vero problema sono i villaggi più remoti. Noi cerchiamo di sensibilizzare le Chiese locali nel creare consapevolezza attorno al modo in cui questo virus si trasmette e nel far conoscere le norme di igiene in queste aree".

Intanto dal Ghana, parla ai nostri microfoni il padre John Oppong, dei Fate Bene Fratelli, primo Consigliere della sua famiglia religiosa in Africa Occidentale: "La situazione è molto grave. Qui il virus non è stato riscontrato ma sono profondamente addolorato. I malati sono lasciati soli. Nell'ospedale in Monrovia non c'è più nessuno. Noi non ci possiamo spostare, almeno per ora. Sono triste, molto triste. Pregate per noi". 








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