I vescovi del Ghana esortano le autorità a prendere tutte le misure di prevenzione necessarie per evitare che il contagio dell’ebola raggiunga il Paese. Com’è noto, finora l’epidemia ha colpito la Guinea, Liberia, la Sierra Leone e ora anche la Nigeria, causando quasi un migliaio di morti.
I presuli sono preoccupati che il contagio possa arrivare attraverso i porti in cui rientrano i pescatori ghanesi che sono stati nei Paesi colpiti. “Questo – si legge in una nota firmata dal presidente della Conferenza episcopale mons. Joseph Osei-Bonsu e ripresa dal National Catholic Reporter – pone un serio problema, non solo alle loro famiglie, ma a tutta la nazione”. Di qui l’invito alle autorità a fare sottoporre questi pescatori a speciali controlli medici prima del loro rientro a casa. La nota suggerisce, inoltre, l’allestimento di centri attrezzati nelle strutture sanitarie del Paese, con personale medico preparato per affrontare una eventuale emergenza.
Per i vescovi ghanesi è inoltre urgente lanciare una vasta campagna di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla prevenzione, la trasmissione e le cure della malattia. Ad oggi non esistono vaccini e farmaci specifici per il virus, anche se un trattamento sperimentale sarebbe stato autorizzato negli Stati Uniti su due medici missionari americani colpiti in Africa. Nella nota i vescovi mettono infine in guardia anche dalla psicosi del contagio: “Non serve a nulla sospettare qualsiasi piccolo sintomo, servirebbe solo a creare confusione, terrore e panico” . (L.Z.)
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