2014-08-08 14:01:00

Ucraina. Occidente alle prese con le contro-sanzioni russe


Da ieri e per un anno, la Russia non importerà più gran parte dei prodotti alimentari provenienti da Stati Uniti, Unione Europea, Australia, Canada e Norvegia in risposta alla sanzioni occidentali dei giorni scorsi seguite al conflitto in Ucraina. L’embargo è stato annunciato dal premier Dmitry Medevedev e durerà un anno, ma non sono da escludersi misure in altri settori, perfino la chiusura dello spazio aereo per le compagnie europee. La Coldiretti lancia l’allarme: in Italia stanno arrivando le prime disdette di ordinativi, mettendo a rischio un volume d’affari di oltre 700 milioni di euro. Nel frattempo, però, continuano i combattimenti al confine tra Russia ed Ucraina. La Nato ha assicurato il suo appoggio a Kiev in caso di aggressione russa. Paolo Giacosa ha chiesto a Fulvio Scaglione, Vicedirettore del settimanale “Famiglia Cristiana”, quali potrebbero essere i possibili scenari, ora che la via del dialogo sembra sempre più difficile da intraprendere.

R. – Di dialogo, fin dall’inizio di questa crisi ucraina, ce n’è stato pochissimo. Come ha detto il nostro ministro degli Esteri Mogherini, “la transizione dell’Ucraina non può avvenire contro Mosca, o con una Mosca ostile”; è un po’ tardi per accorgersene. La via di questo dialogo tripartito – Europa-Ucraina-Russia – avrebbe dovuto essere battuta sin dall’inizio ma non è stato così. Era molto, molto ingenuo aspettarsi che la Russia non reagisse alle sanzioni.

D. – Quali potrebbero essere le ripercussioni di tale decisione del Cremlino: le cifre parlano di 700 milioni di euro di perdite solo per l'Italia…

R. – Abbiamo visto che per i Paesi Ue le autorità dell’Unione Europea stanno calcolando un danno di 12 miliardi di euro. La Russia non ha nessuna intenzione di subire le sanzioni, soprattutto se avverrà quanto voci di ben informati intorno al Cremlino stanno facendo filtrare, cioè che  voglia anche intervenire sulle rotte del traffico aereo. Lo spazio aereo russo è enorme, la Russia geograficamente parlando è il più grande Paese del mondo; quindi, se la Russia dovesse valutare di bloccare anche i corridoi aerei che passano sui suoi cieli, allora la cosa diventerebbe più complicata.

D. – Si sta avvicinando l’inverno: potrebbero esserci ripercussioni anche per l’approvvigionamento energetico?

R. – Gli entusiasti di quanto avviene in Ucraina si dimenticano, purtroppo, di sottolineare che tra le tante condizioni che il Fondo monetario internazionale ha messo per sostenere l’economia ucraina c’è proprio la revisione del settore gas ed energia in genere. Se qualcuno avesse letto il documento del Fondo monetario internazionale vedrebbe che questo chiede – non suggerisce ma chiede – che il prezzo del gas al consumo aumenti del 56% ed il prezzo del riscaldamento per gli appartamenti aumenti almeno del 40%. Quindi, a prescindere da quello che farà la Russia – che non può interrompere il passaggio del gas attraverso l’Ucraina, perché perderebbe il suo maggior cliente, l’Europa – per l’Ucraina sarà un inverno molto, molto freddo perché il Fondo monetario internazionale ha dato al nuovo governo ucraino un prestito di 3,2 miliardi di dollari, ma ne ha promessi 17; gli altri 14 miliardi arriveranno se l’Ucraina implementerà le riforme chieste dal Fondo.

D. – Il governo di Kiev sta cercando di impossessarsi nuovamente dei territori dei ribelli, è una violenza che dura ormai da settimane…

R. – Purtroppo, questa crisi militare oltre che politica è stata non direi perseguita ma purtroppo nessuno è stato capace di evitarla e si poteva evitare. Ormai, le vittime sono migliaia ed anche qui – come succede in tutte le guerre – sono in gran parte civili. Io non credo che la Russia tenterà mai, o abbia mai pensato di tentare, un’occupazione militare diretta di una parte del territorio dell’Ucraina, perchè è un'operazione che non potrebbe sostenere né politicamente, né militarmente. Però, certamente Mosca non mollerà facilmente la presa e, credo, continuerà da un lato ad aiutare i ribelli filorussi e dall’altro - come si pensa e come è molto probabile che sia - a infiltrare combattenti e agenti dei suoi servizi segreti nella zona dell’Ucraina dove si combatte.

D. – Non dovremmo quindi aspettarci un intervento diretto di Mosca, ma una Russia che faccia da Stato protettore dei ribelli senza esporsi direttamente…

R. – Sì, direi di sì; perché comunque l’occupazione militare di quella parte di territorio ucraino non è tecnicamente facile da fare: l’esercito russo ha fatto molti passi avanti negli ultimi anni ma non è l’esercito americano. Quindi, un’impresa di quel genere, oltre che ovviamente stolta dal punto di vista politico, sarebbe di difficilissima gestione anche dal punto di vista tecnico-militare.








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