2014-08-08 08:26:00

Senegal. Card. Sarr: riconoscere ruolo della donna nella Chiesa


Il ruolo della donna all’interno della comunità cristiana è innegabile e fondamentale, “come quello di una madre in casa”: sono le parole del card. Théodore Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar, in Senegal, pronunciate nei giorni scorsi, in occasione della Santa Messa presieduta nella Parrocchia di Santa Maria Maddalena a Mbao. “Prendete il posto che vi compete – ha detto il porporato alle donne presenti alla celebrazione – e che la Chiesa-Famiglia vi riconosce in verità e giustizia!”.

“La comunità parrocchiale – ha continuato l’arcivescovo di Dakar – ha bisogno dell’ardore, dell’iniziativa delle donne; ha bisogno della loro gioia nel testimoniare l’amore per Gesù Cristo”. Per questo, ha evidenziato ancora il cardinale, “l’ambizione di costruire una comunità unita in Cristo Salvatore, una comunità famiglia di Dio, famiglia di famiglie, non si potrà sviluppare senza l’intuito femminile, senza l’istinto materno, senza la sollecitudine delle donne”.

Al contempo, il porporato ha puntato il dito contro gli atteggiamenti misogini “culturali, sociali, sessisti che esistono nella realtà della vita parrocchiale e che si basano su considerazioni malevole ed improduttive”. Al contrario, ciò che occorre è “la condivisione di capacità e debolezze, ambizioni e sogni di tutti, per costruire una comunità invece di distruggerla, per alimentarla invece di farla inaridire”. Di qui, l’appello del card. Sarr a “non ignorare il ruolo delle donne nell’animazione pastorale delle parrocchie”, poiché esse “si distinguono per il loro dinamismo nei movimenti, nei gruppi e nelle associazioni, ma anche per la loro spontanea generosità nelle diverse organizzazioni diocesane, parrocchiali e comunitarie”.

Nella sequela di Cristo, ha quindi concluso l’arcivescovo di Dakar, è importante mettere in pratica “una fraternità nell’amore basata sul rispetto, la stima e la cura reciproca; una collaborazione nella fiducia e una condivisione dei punti di vista, delle capacità e delle possibilità di ciascuno, per essere sì diversi, ma anche complementari gli uni con gli altri”. (I.P.)








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