2014-08-08 12:58:00

Corea. Una religiosa: Papa apprezzato per la sua semplicità


Cinque giorni separano Papa Francesco dalla partenza per il suo terzo viaggio apostolico in Corea del Sud, primo in Asia del Pontificato. L’occasione principale sarà la presenza del Papa accanto ai giovani che si apprestano a prendere parte alla sesta Giornata della gioventù asiatica. Da Francesco, i giovani attendono una chiamata a un impegno più forte nella Chiesa, che da parte sua si mostri attenta alle loro speranze e dia loro fiducia. Ne è convinta suor Ausilia Chang, salesiana della diocesi di Jeonju, già preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione Auxilium, intervistata da Davide Dionisi:

R. – Il Papa vuole incontrare i giovani del continente asiatico. Continente di cui si hanno notizie, ma dove però la possibilità di comunicazione è molto inferiore rispetto a quella delle lingue occidentali. Quindi, considero questo incontro ecclesiale importante al massimo.

D. – Parliamo della Messa per la pace e la riconciliazione nella Cattedrale di Myeong-dong…

R. – Trovandosi nel Paese diviso dall’ideologia, la sua presenza diventa non solo parola ma anche testimonianza per dire che non ha senso la divisione, la separazione tra il Nord ed il Sud. Il Papa insisterà su questo fatto: sulla necessità di una riconciliazione tra i Nord ed il Sud. Questo esige una conversione degli animi, sia dei politici ma anche della popolazione.

D. – Perché, secondo lei, Papa Francesco è così atteso dal popolo asiatico?

R. – Il Papa è conosciuto, apprezzato anche dalla popolazione non cattolica proprio per la sua semplicità: come uno che veramente ama e vuole il bene dell’altro. Quindi, uno che considera ognuno come fratello. Da questo punto di vista, io vedo veramente una nuova evangelizzazione per eccellenza.

D. – Un Papa preso dai cardinali quasi alla “fine del mondo”, che visita l’altra parte del mondo…

R. – Oggi, penso che la popolazione, anche non cattolica, forse riuscirà a capire che questa visita ha un senso apostolico forte: quello di andare in tutto il mondo fino agli estremi confini della terra. Essendo un Papa conosciuto così, la sua visita diventa veramente una prossimità agli estremi. Agli estremi non vuol dire soltanto dal punto di vista geografico. La lingua non facilita la comunicazione, la distanza non facilita l’avvicinamento a Roma: quindi, la sua visita nell’Estremo Oriente senz’altro è una dimostrazione del suo amore, del suo avvicinamento ai lontani. Da questo punto di vista, secondo me, susciterà tanta ammirazione da tutti.








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