2014-08-07 17:41:00

Chiesa, moschea, sinagoga. A Berlino un progetto integrato


La posa della prima pietra è prevista nel 2015. Sempre che nel frattempo, attraverso il crowdfunding, si riesca a trovare i fondi necessari almeno per partire. Il progetto - per il cui concorso internazionale ha vinto lo studio fondato dall'italiana Malvezzi - è unico al mondo ed è stato lanciato dal parroco berlinese Gregor Hohberg. L'idea è creare un luogo dove i fedeli delle tre religioni monoteiste non solo possano pregare nelle rispettive aree specifiche ma possano venire accolti e incontrarsi e socializzare. Sarà realmente un luogo di dialogo interreligioso? Ad illustrare il progetto, mettendone in luce aspetti lodevoli e perplessità, il gesuita e architetto Andrea Dall'Asta, direttore della Galleria San Fedele a Milano, esperto di arte sacra e architettura religiosa.

"L'idea è apprezzabile. L'idea del progetto è di far crollare i muri, le divisioni tra le diverse religioni, che vengono considerate alla pari. Ci si chiede - osserva padre Dall'Asta - cosa significa e quali implicazioni comporta la rinuncia al carattere simbolico dell'edificio chiesa, sinagoga, moschea. Pur considerando la tendenza dell'architettura religiosa cristiana contemporanea a costruire sempre meno chiese monumentali e sempre più invece chiese che appaiano case tra case per favorire ed esaltare la dimensione della relazionalità, ci si chiede questa mancanza di simboli, che hanno connotato tutta una tradizione, in quale direzione ci condurrà". 

"C'è da dire che un progetto come questo - aggiunge il gesuita - sottolinea quanto all'estero ci sia un fermento di idee che può trovare applicazione e sfogo creativo, mentre in Italia siamo di fronte a piani urbanistici che lasciamo molto a desiderare e l'architettura approda sui rotocalchi il più delle volte solo per scandali edilizi e abusivismo regolarmente condonato".

Da qui andiamo a commentare i dati desolanti del Wwf, secondo i quali le coste italiane in 25 anni sono state martoriate, divorate in più parti dal cemento selvaggio. Le zone più ferite sono la Sicilia, la Sardegna e la costa adriatica. Meno del 30% dei nostri litorali è libero da costruzioni. Annalisa Maniglio Calcagno, che ha introdotto in Italia l'Architettura del Paesaggio, traccia un breve exursus sul turismo costiero, precisa il significato di turismo sostenibile e di progettazione integrata, ricorda i documenti più importanti di regolamentazione in materia e ribadisce che "la costiera è quella che subisce anche in profondità alterazioni anche sociali e culturali del territorio, dove esistono ecosistemi ed economie da salvaguardare". 








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