2014-08-03 10:40:00

In Puglia le “Sentinelle del mattino” invitano a pregare


Chi si trova in vacanza in Puglia, in queste settimane, potrà imbattersi, un sabato sera, in alcuni giovani della diocesi di Oria che rivolgono un invito singolare. La proposta è di incontrare Cristo, di trascorrere un momento di preghiera in una delle chiese dei luoghi di villeggiatura. L’idea è delle “Sentinelle del mattino”, un gruppo di giovani nato alcuni anni fa che porta avanti progetti pastorali per i coetanei. L’iniziativa estiva si chiama “Una luce nella notte”. La illustra al microfono di Tiziana Campisi il responsabile delle “Sentinelle del mattino” don Antonio Andriulo:

R. – Sono degli appuntamenti, che noi proponiamo solitamente il sabato sera, in una zona delle nostre città o anche delle nostre marine, dove sappiamo che c’è una grande affluenza di giovani fino a notte inoltrata, solitamente le 2.00 o le 3.00 e, a volte, anche oltre. Usciamo per la piazza, in mezzo ai giovani, e li invitiamo ad incontrare, in maniera esplicita, Gesù, e, quindi, a venire in chiesa, dove ci sono altri giovani che curano l’accoglienza. In chiesa cosa trovano? Il Gesù vivo, vero. L’eucaristia sull’altare è il centro della serata. Coloro che liberamente vengono in chiesa e aderiscono a questa nostra proposta, vengono accompagnati attraverso un percorso, fino ad arrivare davanti all’eucaristia. Lì, a volte, avviene davvero qualcosa di molto bello, perché ci sono giovani che, magari, da tantissimo tempo non entravano in chiesa e da tantissimo tempo non avevano un contatto diretto con Gesù, e alcuni lì si sciolgono nella preghiera, si sciolgono con questo primo contatto con il Signore.

D. – Come viene accolto l’invito dai giovani che incontrate?

R. – L’invito non è accolto subito, immediatamente. Una luce nella notte non ha la pretesa di convertire per forza o di riempire le chiese, che apriamo il sabato notte. E’ una proposta che noi lanciamo, che è accompagnata molto anche dalla preghiera: ci sono gli intercessori, mentre avviene tutto questo. Alcuni giovani aderiscono e dicono “Sì, più tardi veniamo”; altri rifiutano la proposta; e altri, invece, entrano in una sorta di dialogo con gli evangelizzatori, con i giovani che vanno per strada ad invitarli. A volte il dialogo è su quelle cose che non piacciono della Chiesa, su quelle cose che non piacciono dei sacerdoti. A noi, però, interessa invitarli a questo incontro.

D. – Papa Francesco invita spesso alla creatività. Vi ritrovate in questo?

R. – Beh, sì, tantissimo. E’ vero, infatti, che questa nostra iniziativa ha una sua struttura, ma ogni volta è una sorpresa per i giovani che aderiscono. Ma la sorpresa più grande, dal mio punto di vista, è vedere questi giovani che si coinvolgono nell’evangelizzazione.

D. – Quanto vi sostiene l’invito di Papa Francesco?

R. – Ci sostiene tantissimo, perché le parole del Papa ci fanno sempre riecheggiare le parole di Gesù nel Vangelo, questo mandato di Gesù “Andate, andate”. Allo stesso tempo, soprattutto, ci provocano, perché tante volte noi con la pastorale tendiamo ad essere poco creativi, a conservare quello che c’è. Invece il Papa, facendo riecheggiare il Vangelo, davvero ci spinge ad andare fuori, a metterci tra i giovani, ad ascoltarli e ad invitarli alla cosa importante, che è l’incontro con Gesù. Poi, da qui, vengono le scelte, cambia la vita e tutto il resto.








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