2014-08-03 10:49:00

Caritas Ucraina: oltre 110 mila sfollati, serve l’aiuto della comunità internazionale


Crisi ucraina. Continuano le operazioni dei recupero dei corpi dei passeggeri dell’aereo malese abbattuto lo scorso 17 luglio. Circa 70 gli esperti internazionali, perlopiù olandesi e australiani che hanno raggiunto il luogo dello schianto, nell’Ucraina orientale controllata dai separatisti filorussi. Intanto l’esercito di Kiev continua ad avanzare, con sconti a fuochi nei pressi delle città di Donetsk e di Lugansk, dove nelle ultime 24 ore sono morti nove civili. E’ inoltre sempre più grave l’emergenza profughi, come spiega al microfono di Michele Raviart, il presidente di Caritas Ucraina e vicepresidente di Caritas Europa, Andrij Waskowycz:

R. – They are now about 110 thousand...
Al momento sono circa 110 mila gli sfollati all’interno dell’Ucraina. Questi almeno sono i numeri forniti dall’Unchr, l’agenzia ufficiale delle Nazioni Unite per i rifugiati. Solitamente questo numero è sempre più basso del numero reale. Nell’ultima settimana, si sono aggiunte da un migliaio a 10 mila persone, specialmente dalle zone di Donetsk e Luhansk. Generalmente queste persone vanno verso le regioni vicine e i servizi statali stanno cercando di organizzare aiuti per loro. Sono in molti, comunque, ad essere aiutati dalle organizzazioni umanitarie e dalle iniziative private di alcune persone, che li stanno accogliendo per il tempo necessario.

D. – Le persone che stanno lasciando le loro case sono filorussi che scappano e raggiungono la Russia o sono legati a Kiev? Chi sono questi profughi?

R. – Both. The difference is not in whom they are supporting…
Entrambi. La differenza non sta in chi appoggiano. Ci sono persone che stanno lasciando, per il terrore che si vive nei loro territori. Generalmente la gente lascia, quindi, per insicurezza: ci sono banditi e uomini armati. Ecco perché se ne vanno.

D. – Di che cosa hanno bisogno e cosa sta facendo Caritas Ucraina?

R. – Caritas Ukraine in this situation...
Caritas Ucraina, in questa situazione, sta andando in due direzioni. Prima di tutto, sta aiutando in quelle aree dove non c’è più acqua, e la sta distribuendo. Stiamo poi preparando programmi per aiutare le persone a trovare un riparo, cibo, prodotti alimentari, kit igienici e tutto quello di cui hanno bisogno, stando fuori dalle loro case ed essendo sfollati. Stiamo lavorando insieme ad organizzazioni partner come Caritas Europe, organizzazioni appartenenti a quest’area dell’Est e a Caritas America.

D. – Qual è una sua impressione della guerra? Sta per finire, continuerà a lungo?

R. – It is a difficult question…
E’ una domanda difficile. Non è una guerra normale: è una guerra nascosta, con un’agenda nascosta. Non sappiamo quanto durerà. L’esercito ucraino sta guadagnando territorio, ma l’instabilità rimane ancora e non possiamo prevedere cosa succederà. Speriamo che questa guerra finisca, ma non sappiamo come la Russia reagirà.

D. – Qual è un auspicio per l’immediato?

R. – First of all, everything has to be done...
Per quanto riguarda l’aspetto umanitario, quello di cui abbiamo bisogno, di cui la Caritas ha bisogno, sono i mezzi e l’appoggio per aiutare direttamente le persone che sono state colpite da questa guerra. Abbiamo bisogno del sostegno della comunità internazionale, per organizzare un aiuto efficiente e sistematico per gli sfollati sparsi in tutta l’Ucraina, specialmente quelli delle zone di Donetsk e Luhansk. Abbiamo bisogno di sostegno specialmente per aiutare le persone a ristrutturare le loro case, che sono state distrutte dalle battaglie, nelle città dell’Est. Non vediamo l’ora di aiutarli, quando Donetsk e Luhansk saranno libere.








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