2014-07-26 19:48:00

Il Papa ai sacerdoti di Caserta: siate uomini creativi, plasmati dallo Spirito


Prima di celebrare la Messa, il Papa ha incontrato nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta il clero locale guidato dal vescovo, mons Giovanni D’Alise. Oltre un’ora di dialogo in cui Francesco attraverso una serie di domande e risposte ha indicato ai pastori il suo modo di vedere il “prete del terzo millennio”. “E’ stato un momento di gioia e di famiglia, abbiamo portato al Papa anche la vicinanza delle nostre comunità”, ha raccontato al microfono di Gabriella Ceraso uno dei sacerdoti presenti, don Andrea Campanile, parroco di San Pietro Apostolo di Garzano, frazione di Caserta:

R.- E’ stato un incontro fatto principalmente di un dialogo tra padre e figlio. 4 domande più o meno sulla stessa tematica, cioè come deve essere il prete nel terzo millennio e quale consigli dare ad un sacerdote per vivere la spiritualità diocesana a partire innanzitutto dal rapporto con Dio, con la trascendenza. L’uomo di fede, il prete, ci ha detto il Papa, deve essere un uomo di preghiera. E poi il Papa ha elaborato con noi il concetto di “creatività”: il Santo Padre ci ha spiegato che per essere creativi oggi bisogna essere uomini che si lasciano plasmare dallo Spirito, che si mettono in ascolto di quanto lo Spirito ha da dirci nel nostro contesto sociale e culturale specifico, come può essere quello di Caserta.

D. - Cosa ti ha colpito di più di questo incontro, cosa pensi sia stato più importante in questa occasione per voi sacerdoti?

R.- Essenzialmente il clima di familiarità…certo c’era la forte emozione interiore di poter parlare con il Papa, ma se volessi sintetizzare, l’elemento principale è stato il clima di familiarità che c’è stato.

D.- E nel tuo atteggiamento di sacerdote che cosa pensi di poter sfruttare di quanto ha detto il Papa?

R. - Faccio tesoro dei due cardini indicati dal Papa: il prete diocesano deve essere un uomo di preghiera, ma che ha sempre lo sguardo sul popolo di Dio. Un prete che prega è sempre aperto, con il cuore, agli altri.

D. - Essere “creativi” come sacerdoti, cosa può significare nella realtà in cui vivi?

R. - Essere aperti a quello che il Signore ha da dirti in preghiera, perché, quando l’uomo prega, ascolta la parola del Signore alla coscienza, ed è una parola che guida.

D. - Come ripartite da questo colloquio?

R. - Con la gioia nel cuore… una gioia immensa!  








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