2014-07-26 13:50:00

Gaza: non regge la tregua. Padre Pizzaballa: dramma umanitario


Medio Oriente. Hamas ha rotto la tregua e scadute le 12 ore del primo cessate il fuoco, nonostante il sì, dopo quello israeliano, al prolungamento di 4 ore, ha lanciato un razzo contro Israele. Lo ha comunicato l'esercito israeliano. Il bilancio dell’offensiva iniziata lo scorso 8 luglio, intanto, è gravissimo: mille morti palestinesi, 40 militari israeliani e oltre 6mila feriti. In giornata due bambini sono rimasti uccisi e altre tre persone ferite dall'esplosione di un razzo che ha centrato le loro abitazioni a Rafah, in Egitto, al confine con la Striscia, riferisce l'agenzia ufficiale egiziana Mena. Non è ancora chiaro però da dove provenissero i razzi. Intanto le forze dello Stato ebraico continuano a distruggere i tunnel usati dai gruppi armati palestinesi come deposito di armi.

Sull’emergenza umanitaria in atto a Gaza, Roberta Barbi ha raggiunto a Gerusalemme il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. 

R. – Dal punto di vista umanitario, la situazione resta tragica. Non saranno due o tre ore, o poche ore, che potranno risolvere i problemi che questa violenza ha scatenato. È, comunque, una boccata d’aria, un momento di respiro e di pausa necessario almeno per rendersi conto, con la massima serenità possibile in queste circostanze, della situazione e del da farsi.

D. – Nel vertice di oggi, a Parigi, Kerry spera di “ridurre il divario” creato tra le parti. Voi cosa chiedete alla comunità internazionale?

R. – La comunità internazionale deve essere molto forte, fare pressione sulle parti perché smettano con la violenza sia da parte di Hamas, che con la ritorsione da parte di Israele, e che si torni a trattare. Mi rendo conto che così sembra di parlare di questioni molto lontane dalla realtà, ma è l’unica cosa che si può fare.

D. – In questi giorni si parla molto delle persecuzioni dei cristiani in Iraq, ricordate anche dal Papa. In Terra Santa come vive la comunità locale questa crisi?

R. – Diciamo che la situazione della persecuzione dei cristiani qui in Terra Santa - sia in Cisgiordania, a Gaza e in Israele - non c’è. In questo momento l’emergenza è il conflitto israelo-palestinese, che assorbe tutte le energie.

D. – I vescovi di Terra Santa invitano a pregare per la ripresa dei negoziati e testimoniano l’esistenza di voci per la pace da entrambe le parti. È ancora possibile la soluzione dei due Stati?

R. – Tecnicamente uno è legittimato a chiedersi se sia ancora possibile, ma bisogna crederci, perché tutti hanno diritto ad avere una casa, un lavoro, una patria, e questo non può essere negato a nessuno. Per cui bisogna lavorare, nonostante tutte le difficoltà e i limiti, bisogna lavorare per questa soluzione.








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