2014-07-24 15:09:00

Onu: jihadisti contro le donne in Iraq, imposte mutilazioni genitali


"Una fatwa dell'Isis (jihadisti dello Stato islamico) impone che in Iraq tutte le donne dagli 11 ai 46 anni subiscano mutilazioni genitali". E' quanto ha affermato dall'Iraq, in videoconferenza organizzata a Ginevra, Jacqueline Badcock, numero 2 delle Nazioni Unite nel Paese del Golfo. Badcock ha aggiunto di non avere il numero esatto delle donne bersaglio dalla fatwa, ma ha citato un'organizzazione umanitaria dell'Onu secondo cui "4 milioni di bambine e donne potrebbero essere colpite". I jihadisti sostengono che a chiederlo sia il Corano. Fausta Speranza ne ha parlato con Francesca Maria Corrao, docente di Lingua e Cultura Araba:

R. – No, è assolutamente falso, perché si basa su un hadith che non ha nemmeno una catena di trasmissione certa, tant’è che ad al Azhar, al Cairo, negli anni l’hanno reimposta e poi tolta proprio perché è un hadith, è un detto, non ha niente a che vedere con il Corano e poi era su una pratica in uso nella zona dell’Eritrea e della Somalia intorno al 630. E ripeto, è una catena di trasmissione non certa. Quindi, diciamo che è un pretesto per non affrontare i problemi seri dei diritti delle persone e i problemi economici che hanno in quella fascia.

D. – Nella cultura dell’Iraq degli ultimi decenni non c’è stato nulla di simile?

R. – No. Assolutamente no. Perché è uno Stato secolare e nazionale ed era rispettoso non soltanto dei musulmani e dei diritti delle donne, ma anche delle minoranze cristiane. I problemi c’erano perché c’era una dittatura violenta e ingiusta; però è anche vero che le donne e gli uomini, tutti, potevano andare a scuola, avevano diritto allo studio e altri diritti che adesso sono assolutamente violati dal permanere dallo stato di combattimenti. Ma, ovviamente, la cosa più grave per le donne è di non avere la sicurezza di potere andare a scuola e all’università proprio per la diffusione di questo fenomeno di terrorismo violento e radicale e assolutamente intollerante, soprattutto nei confronti dei diritti delle persone che poi loro vorrebbero – “in nome di Dio” – difendere. Non dimentichiamo che questo disordine ha portato all’emigrazione della maggioranza dei cristiani dall’Iraq, e adesso anche in Siria sta succedendo lo stesso. E questo terrorismo lo fanno questi gruppi di fanatici estremisti che sono peraltro contrari a tutti gli altri regimi religiosi dell’area. Non dimentichiamo che questo cosiddetto califfo – che tra l’altro non so dove l’abbia preso il dottorato ... – ha pure attaccato l’Arabia Saudita … Quindi, ecco, sono molto strani, questi personaggi …

D. – E’ vero che sono ben foraggiati – purtroppo – di soldi e di armi, questi jihadisti dell’Isis; ma come hanno potuto attecchire? 

R. – Dalla violenza nasce solo violenza - come diceva anche una donna insignita del Nobel, Shirin Ebadi - e la violenza, a partire dalle guerre decennali che si portano avanti, dalle situazioni post-coloniali mai risolte, non fanno altro che produrre disperazione, esasperazione … Cioè, questi giovani che non riescono ad andare a scuola, che non hanno un’educazione minima e non hanno prospettive né di lavoro né di poter avere un futuro certo, diventano poi facile preda di avventurieri, e quindi si prestano anche a lavori di mercenariato. La popolazione è assolutamente vittima di tanta violenza e di tanti soprusi e quindi la spiegazione sta nella disperazione portata dalla guerra …








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