2014-07-18 13:26:00

Regno Unito: 80 per cento dei medici generici contro legge suicidio assistito


In Gran Bretagna è in discussione oggi alla Camera dei Lords la legge sul suicidio assistito che permetterebbe ai medici di somministrare una dose letale di farmaci ai malati terminali, con meno di sei mesi di vita e capaci di intendere e di volere; le condizioni del paziente andrebbero confermate da due medici. I più importanti leader religiosi del Paese si sono espressi in una nota, parlando di “una legge che consentirebbe a individui di partecipare attivamente a mettere fine alla vita di altri, rafforzandone l’idea che non hanno più nessun valore. Questa - hanno scritto - non è la via da seguire per una società che vuole essere compassionevole e premurosa”. Lydia O’Kane ha intervistato Carl Fernandes, medico di famiglia in Inghilterra:

R. – Penso che la questione non riguardi solo le persone che hanno una fede, ma anche quelle che non hanno una fede. Infatti, una recente ricerca del Royal College General Practitioners (Ordine professionale medico del Regno Unito) afferma che quasi l’80 per cento dei medici generici nel nostro Paese è formalmente contrario ad una modifica della legge che porti a consentire il suicidio assistito. Le associazioni mediche britanniche rimangono formalmente contrarie alla modifica della legge e penso che questo mostri il punto di vista della società, quello dei medici in particolare, nei riguardi delle persone che vivono la difficile e penosa condizione del fine vita: vogliono accompagnarli nella maniera più delicata possibile alla fine della loro vita naturale, non porre fine a questa stessa vita in maniera prematura. Io ho assistito malati cronici a lungo termine e malati terminali. Nemmeno uno di loro mi ha detto: “Dottore, può aiutarmi a mettere fine alla mia vita”? Ma invece mi dicevano: “Può aiutarmi ad avere una cura che posso seguire a casa, dove mi prendo cura di persone che a loro volta si prendono cura di me? Mi aiuti a sopportare i sintomi con antidolorifici adeguati”. Ecco, penso che queste cose siano importanti per le persone e per i pazienti di cui ci occupiamo.








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