2014-07-17 09:33:00

Filippine: morti e dispersi per il tifone Rammasun


È salito a 38 il numero dei morti per il passaggio del tifone Rammasun, il promo della stagione delle piogge, mentre milioni di persone nella capitale e in altre zone delle Filippine sono da due giorni senza corrente elettrica e acqua. Le autorità - riferisce l'agenzia AsiaNews - hanno iniziato le operazioni di rimozione dei detriti e di ricostruzione delle case danneggiate; vi sono almeno otto persone che risultano tuttora disperse e diminuiscono col passare delle ore le possibilità di ritrovarli in vita. Dopo aver attraversato l'isola di Luzon, ora il tifone ha abbandonato l'arcipelago filippino e punta in direzione della Cina.

Il direttore della Protezione civile filippina Alexander Pama sottolinea che il tifone Rammasun ha distrutto 7mila case e danneggiate altre 19mila; almeno 530mila le persone che hanno trovato rifugio nei centri di evacuazione.

Ingenti anche i danni all'agricoltura, in particolare per quanto riguarda i campi di riso e mais della regione di Bicol, a sud-ovest di Manila, la prima zona a essere investita dal passaggio di acqua e dei forti venti. Da una prima stima, il bilancio è di perdite per 668 milioni di pesos, pari a 15 milioni di dollari.

Ancora oggi molte scuole e uffici pubblici sono rimasti chiusi a Manila e in altre zone del sud di Luzon, la più popolosa delle regioni filippine con almeno 17 milioni di persone. "La maggior parte delle vittime - riferisce Pama - è deceduta in seguito alla caduta di alberi o perché investita da detriti". Il governatore di Quezon David Suarez aggiunge che la provincia è pronta a dichiarare lo stato di calamità.

Ogni anno le Filippine, nella stagione delle piogge, sono attraversate da tifoni e tempeste tropicali dalla portata devastante. Lo scorso anno il super-tifone Haiyan (ribattezzato Yolanda), abbattutosi l'8 novembre 2013 sulle Visayas centrali, ha colpito a vario titolo almeno 11 milioni di persone; per un pieno ritorno alla normalità saranno necessari almeno otto miliardi di dollari. Ancora oggi vi sarebbero oltre 1.700 dispersi; il numero delle vittime sarebbe superiore a 5mila, anche se il Presidente Aquino ha voluto ridimensionare le cifre, sottolineando che le prime stime [superiori a 10mila] erano frutto della reazione emotiva alla tragedia e il numero dei morti non supera i 2.500.








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