2014-07-15 14:33:00

Sudafrica: la morte di Nadine Gordimer voce contro l'apartheid


“Ciò a cui teneva più profondamente era il Sudafrica, la sua cultura, la sua gente e la sua lotta ancora in corso per realizzare la sua nuova democrazia”: è ciò che i familiari scrivono di Nadine Gordimer, 90 anni, Nobel per la Letteratura 1991, attivista politica ed esponente di spicco del movimento anti-apartheid, scomparsa ieri a Johannesburg alla presenza dei suoi figli, Hugo e Oriane.

Gordimer - riferisce l'agenzia Misna - aderì all’African National Congress (Anc) di Nelson Mandela quando era ancora illegale e lottò per decenni contro il regime segregazionista, subendo anche la censura, ospitando nella sua casa, la stessa in cui se n’è andata “serenamente”, i protagonisti della transizione democratica.

Fu una delle prime persone che Mandela volle incontrare al suo rilascio da Robben Island, nel 1990. “Ho letto tutti i romanzi non proibiti di Nadine Gordimer e ho appreso molto sulla sensibilità dei bianchi liberali” scrisse, fra l’altro, Madiba nella sua autobiografia.

Dalla vicinanza all’Anc di Mandela, Gordimer passò a criticare duramente il partito dopo la sua ascesa al potere. “Lo slogan dell’Anc «una vita migliore per tutti» non voleva dire andare sotto terra!” ebbe occasione di dire nel 2012 dopo l’uccisione di 34 minatori che scioperavano a Marikana per mano della polizia.. (R.P.)








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