2014-07-15 13:33:00

Iraq: eletto il nuovo presidente del Parlamento. Sotto assedio Tikrit


In Iraq il parlamento ha eletto  il suo nuovo presidente. Si tratta del sunnita moderato Salim Jabouri.  Una nomina che sembra andare in direzione di un accordo per il primo ministro e per il governo di unità nazionale, dopo che la crisi innescata dall’offensiva jihadista, ha fatto calare le quotazioni del premier uscente, lo sciita al-Maliki. Intanto l’esercito da ieri cerca di riprendere la città di Tikrit: 30 i morti e decine di feriti in due attentati suicidi. Al microfono di Cecilia Seppia il commento del Patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphael I Sako

 

R. - Secondo me, c’è un problema nell’Islam politico. Il progetto di una nazione araba unita è fallito; anche l’Islam politico dei Fratelli Musulmani è fallito…. Questi jihadisti pensano che loro possano essere l’alternativa ad uno Stato musulmano, con un califfato, come era nel VII secolo. Ma penso che questo non sia in grado di rivivere; eppure loro stanno provando a farlo, ma oggi non è facile… Nessuno accetta una cosa simile oggi! Anche i musulmani, fra di loro, come molti sunniti, pensano che questo sia possibile. Ci vuole un Islam aperto, altrimenti non avranno futuro.

D. - Ci sono assalti e attacchi continui: l’ultimo in queste ore proprio a Tikrit, dove l’esercito sembra che sia riuscito a riprendere alcuni edifici governativi…

R. – No, il governo non controlla più questo triangolo sunnita (Tikrit, Mosul, Kirkuk). Talvolta bombarda e attacca qui o lì, perché gli jihadisti hanno una presenza forte. Sì, questa gente ha un’ideologia molto forte e dunque sono pronti a tutto. Invece l’esercito non è professionista e quindi non è stato ben preparato… Ma comunque sta facendo uno sforzo per cercare di recuperare tutta questa zona, però penso che sia un po’ tardi.

D. - Ieri un documento di Amnesty International ha denunciato omicidi, rapimenti, torture ad opera dei miliziani dello Stato Islamico. Certamente qui c’è da esprimere una dura condanna…

R. - Sì! Un atteggiamento così forte di condanna è un bene, ma penso che bisognerebbe fare un po’ di più! La formazione di un governo iracheno di unità nazionale è una soluzione. E’ necessario trovare una soluzione anche politica e dunque la riconciliazione è molto importante. Questa mattina c’era la seduta del Parlamento, la terza Sezione, ed io ho indirizzato a tutti una lettera per dire: “Basta! Salvate l’Iraq! Potete salvare l’Iraq solo se siete uniti, l’unità può creare pace e stabilità!”.








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