2014-07-15 12:24:00

Incontro del card. Parolin con il presidente Peña Nieto e i media del Messico


Il ruolo della Chiesa nella società messicana, la situazione dei poveri e dei migranti e la lotta al narcotraffico. Sono alcuni dei temi principali toccati dal cardinale Pietro Parolin, nei suoi discorsi in occasione dell’incontro con i media messicani e della cena d’onore offerta al Segretario di Stato vaticano da parte del Presidente del Messico, Enrique Peña Nieto. Gli eventi sono avvenuti dopo la prolusione del porporato al Seminario sulle migrazioni, in corso a Città del Messico. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“La Chiesa appoggerà sempre le politiche che vanno nella direzione del rispetto della dignità della persona e dei suoi diritti fondamentali”. E’ quanto sottolineato dal card. Pietro Parolin nel suo discorso alla cena offerta in suo onore dal Presidente messicano Peña Nieto. Il Segretario di Stato vaticano ha rilevato l’importante fase di riforme strutturali e costituzionali che coinvolgono il Paese in questo periodo ed ha manifestato, in particolare, apprezzamento per la riforma dell’immigrazione che favorisce i diritti dei migranti. Proprio su quest’ultimo tema, il card. Parolin ha espresso la gratitudine del Papa e della Santa Sede alla Chiesa messicana per il “servizio” in favore “delle necessità dei migranti” attraverso i suoi “numerosi centri di accoglienza”. Un servizio, ha affermato, che rappresenta “la continuazione dell’azione del Buon Samaritano”.

Anche parlando ai media messicani, il cardinale Parolin è tornato a soffermarsi sul binomio povertà-immigrazione che, ha avvertito, comporta altre sfide. Il Segretario di Stato vaticano ha indicato in particolare “la disgregazione delle famiglie, l’esodo dei bambini che emigrano da soli”. Né ha mancato di menzionare “la piaga della corruzione e il traffico di persone” come anche la violenza “legata al narcotraffico”. Di fronte a tutto questo, il porporato ha ribadito l’appello di Papa Francesco “a non lasciarsi rubare la speranza”. Nel mondo della globalizzazione, ha poi soggiunto, “nessun governo può affrontare con successo da solo queste sfide”. Servono dunque “strategie comuni” nel contesto americano e internazionale, soprattutto, ha concluso, quando “si tratta della promozione della persona e dei suoi diritti”.








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