2014-07-12 12:35:00

S. Camillo de Lellis: celebrazioni per il 400.mo della morte


Al via oggi le celebrazioni di chiusura dell’anno giubilare camilliano, iniziate lo scorso 5 luglio, per commemorare il 400.mo della morte di San Camillo de Lellis, avvenuta il 14 luglio del 1614.  Questa sera nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Roma ci sarà una solenne celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Andrea Manto, direttore del Centro per la Pastorale sanitaria diocesana e al termine della Messa sarà inaugurata la mostra “Il gigante della carità, San Camillo de Lellis”, in esposizione nella Casa generalizia dei Camilliani.  Domani mattina, invece, la grande famiglia di San Camillo parteciperà all’Angelus di Papa Francesco in Piazza San Pietro. La testimonianza di fratel Carlo Mangioni coordinatore delle iniziative centrali per il IV centenario, al microfono di Monia Parente:

R. – E’ stato un anno ricco di iniziative, ma soprattutto ricco di grazia perché tutte le comunità camilliane - presenti in 40 Paesi - del mondo hanno realizzato delle celebrazioni proprio per ricordare questo gigante della carità.

D. – Quale modello di santità rappresenta oggi per noi?

R. – San Camillo è un santo io dico della "speranza", perché fino a 25 anni - come sappiamo - ha vissuto una vita molto travagliata, una vita nel peccato. Dopo si è ritrovato in ospedale, qui a Roma, prima al San Giacomo e poi al Santo Spirito: lì ha esercitato un carisma di attenzione ai malati, ai poveri, ai piccoli. San Camillo diventa un potente intercessore presso Dio per gli ammalati e anche un esempio splendido per gli operatori sanitari.

D. – Il 14 luglio 1614, alle 21.30, San Camillo de Lellis tornava alla casa del Padre. Voi ricorderete lunedì prossimo, proprio a 400 anni di distanza da quel momento, il transito di San Camillo…

R. – Sì, sì. Il transito che è poi un po’ il racconto degli ultimi giorni di Camillo. Camillo muore a Roma nella casa madre dell’Ordine, alla Maddalena, e lì è custodito ancora il suo corpo. Celebrare il transito in tutte le comunità dell’ordine, sia maschili che femminili, significa vivere un forte momento di comunione attorno a questo evento e soprattutto attorno a questa persona, che è il padre di tutti gli elementi di solidarietà e di vicinanza ai poveri e agli ammalati.

D. – Fratel Carlo, un augurio per la nuova pagina della storia dei religiosi camilliani che è iniziata da poche settimane…

R. – E’ un momento di grande entusiasmo, di grande gioia. Si riparte proprio nella speranza di scrivere sempre pagine luminose di carità, così come in questi 400 anni l’Ordine ha cercato di fare. 








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