2014-07-12 14:03:00

Congo: tensione nella regione mineraria del Katanga


Tensione alta in Katanga, provincia mineraria nel Sudest della Repubblica Democratica del Congo: circa 800 miliziani appartenenti al movimento secessionista Mayi Mayi - Bakata Katanga sono stati avvistati nell’area. Si teme per la sicurezza del capoluogo Lubumbashi, dove è stata rafforzata la presenza militare. Le minacce dei Bakata Katanga e del loro capo Gedeon Kyungu arrivano infatti in una data non casuale. Lo ha spiegato a Davide Maggiore la giornalista Veronique Virgilio, dell’agenzia Misna:

R. - Già da qualche settimana con vari comunicati, avvertimenti, i Mayi Mayi Bakata Katanga avevano detto: “Noi l’11 luglio andremo a Lubumbashi, il capoluogo della regione mineraria del Katanga ed innalzeremo la bandiera per l’indipendenza della provincia” in concomitanza con l’anniversario dell’indipendenza proclamato nel 1960 da Moïse Tshombe. Questa velleità indipendentista fu placata ben presto: il Katanga venne a tutti gli effetti incorporato. Quindi c’è questa ricorrenza, un livello di allerta che rimane molto alto a Lubumbashi e nella zona, con un dispiegamento ulteriore di soldati e pattuglie miste di militari e poliziotti al centro della capitale regionale.

D. - Non è tuttavia la prima volta che i Bakata Katanga e il capo Gédéon Kyungu sono protagonisti delle cronache congolesi. Chi sono e come si inseriscono nel complicato panorama della politica congolese?

R. - Ricordiamo chi è questa figura di Gédéon. Già nel 2008 è stato condannato all’ergastolo, appunto per questo movimento ribelle, che ha sempre avuto queste velleità secessioniste per il Katanga. Nel 2011 è riuscito ad evadere. È stato anche ricercato dalla Corte penale internazionale. Però, tutto sommato, sembra un uomo libero, perché anche il governo di Kinshasa sa benissimo dove si trova, e molti attivisti locali dicono che non abbia mai mosso un dito per fermare Gédéon  e i suoi uomini. Già nel marzo del 2013 gli stessi Mayi Mayi riuscirono a prendere per alcune ore il controllo di Lubumbashi; questo fu un avvertimento al governo provinciale e al governo centrale di Kinshasa. Ma questa vicenda del Katanga si inserisce in un contesto nazionale politico turbato.

D. - Qual è la connessione con la politica nazionale?

R. - Un contesto di tensione tra la maggioranza e l’opposizione. In gioco c’è una possibile revisione della Costituzione che aprirebbe la strada alla nuova candidatura del capo dello Stato Joseph Kabila alle presidenziali del 2016.

D. - Da che parte sta, per così dire, Gédéon Kyungu? Da che parte stanno i Bakata Katanga?

R. - I Bakata Katanga sono e saranno per questa secessione dal resto del Congo, perché dicono di avere delle risorse, non hanno bisogno di Kinshasa e del resto del Paese. Ma sorge un dubbio: come mai le autorità congolesi non intervengono per bloccare questa ribellione? Come mai i Bakata Katanga sono tranquilli? Come mai non vengono arrestati, soprattutto Gédéon che è stato condannato all’ergastolo? Perché c’è questa passività complice di Kinshasa nei confronti di questo movimento.

D. - Abbiamo accennato alle risorse del Katanga. Perché questa regione è così importante nell’economia e nella politica congolese?

R. - Semplicemente perché è la regione più vasta, più estesa ed è quella che ha le maggiori risorse minerarie. Spesso si parla del Kivu, ma nella bilancia dell’economia nazionale, nelle finanze dello Stato, sicuramente gli introiti del Katanga sono superiori, quindi ha un peso economico prevalente sul piano nazionale.








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