2014-07-09 19:06:00

Israele: basta razzi o scatta offensiva terrestre


In Medio Oriente è di almeno 43 morti il bilancio delle vittime dei raid aerei israeliani compiuti, nelle ultime 48 ore, nella Striscia di Gaza. Fra le vittime di oggi, anche 9 bambini e 6 donne. Due razzi, lanciati da Gaza, sono caduti nelle vicinanze della centrale nucleare israeliana di Dimona, nel deserto del Neghev. Lo Stato ebraico, intanto, non esclude un’offensiva via terra. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Israele vaglia tutte le opzioni, compresa l’operazione militare di terra. Il presidente israeliano Shimon Peres, in un’intervista esclusiva alla Cnn, ha affermato che l’offensiva terrestre potrebbe cominciare “a breve” se Hamas non fermerà il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza. Il premier Benyamin Netanyahu ha inoltre affermato che “l'operazione sarà estesa” e proseguirà fino a quando gli spari verso le città israeliane non cesseranno del tutto. L’aviazione israeliana ha effettuato, finora, 160 raid aerei in risposta al continuo lancio di razzi verso Israele. Lo Stato ebraico nelle ultime ore ha inoltre richiamato 40 mila riservisti. Per il presidente palestinese Abu Mazen, “Israele non sta difendendo se stesso, ma gli insediamenti, che sono il suo obiettivo principale”. “Dobbiamo fermare questo massacro, questo è un genocidio”, ha aggiunto Abu Mazen. Sulla drammatica situazione nella Striscia di Gaza è intervenuto anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei: “Il mondo - ha detto il porporato – non si giri dall’altra parte”. Questi conflitti – ha detto - colpiscono soprattutto “i più poveri, i più deboli e in particolare i bambini”.

Di questa drammatica escalation di violenza in Medio Oriente Fausta Speranza ha parlato con padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa:

 R. - È una tragedia! Ci auguriamo ancora che il buonsenso prevalga, che ci sia qualcuno tra i leader che cerchi e che sia capace di frenare questa escalation, perché più si attende più sarà difficile bloccare questo circolo vizioso di violenza su violenza.

D. - C’era stata una decisa condanna da parte dei cittadini sia palestinesi che israeliani delle violenze prima ai giovani ebrei e poi al giovane palestinese. Quindi dal basso c’è stata una forte condanna, però non è bastato …

R. - Sì, e questo ci ha fatto sperare che questo fortissima condanna unanime avrebbe fermato questa escalation; invece, quelli che fomentano l’odio pare che in questo momento siano più organizzati e meglio attrezzati della grande opinione pubblica. Ci auguriamo comunque, ancora una volta, che il buon senso prevalga. So bene che sembrano parole un po’ lontane dalla realtà, ma non sappiamo che altro dire. L’unica cosa che possiamo fare è pregare. E credo che sia proprio importante, dopo quell’evento di preghiera in Vaticano, che i religiosi delle tre fedi principali si incontrino e facciano vedere anche un altro aspetto della Terra Santa che non è soltanto quello della violenza. Oggi è più che mai importante mostrare anche gesti alternativi alla violenza.

D. - La Lega Araba, già da ieri, ha fatto appello al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Che dire dei possibili passi?

R. - L’Onu, l’Unione Europea, la Lega Araba, sono tutte organizzazioni che, purtroppo, hanno poca incidenza sulle decisioni che si prendono in terra Santa.








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