2014-07-04 18:59:00

Terra dei Fuochi e Taranto: don Patriciello, servono screening


Mortalità aumentata nella Terra dei Fuochi e a Taranto: questo l’esito dello studio epidemiologico 'Sentieri', pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità. Nei 55 comuni in esame nelle province di Napoli e Caserta, la mortalità è aumentata fino al 10% per gli uomini e fino al 13% per le donne. Per la zona di Taranto, invece, il rapporto conferma le criticità delle precedenti indagini. Cautela da parte del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Paolo Giacosa ha intervistato don Maurizio Patriciello, simbolo della lotta nella Terra dei Fuochi e parroco a Caivano:

R. – Sono dati importanti proprio perché vengono dall’Istituto Superiore di Sanità. Noi avremmo voluto essere smentiti, però purtroppo i dati ci hanno dato ragione e questo da un lato ci fa molto piacere, perché finalmente si comprende che non è che abbiamo parlato tanto per parlare in questi anni, ma siamo i testimoni oculari di quello che avviene sul nostro territorio. Quindi, siamo contenti che ci sia stata questa conferma: sarebbe stato più bello se fossimo stati smentiti, ma così non è stato. I dati, quindi, ci danno conferma che quello che noi abbiamo sempre saputo e pensato era vero.

D. – Qualcosa sta cambiando nell’approccio al problema dei rifiuti, della salute, dell’ambiente?

R. – Sta cambiando molto poco, per la verità; almeno nell’opinione pubblica il problema ha acquistato qualche importanza, anche grazie ai mass media e al lavoro dei nostri volontari. E’ cambiato l’atteggiamento di tanti medici che fino a poco tempo fa si accorgevano di questo aumento anomalo di patologie tumorali ma anche loro stessi non è che sapessero cosa fare. Grazie a Dio, io mi trovo all’Istituto Pascale, il più importante Istituto oncologico del nostro meridione: abbiamo parlato con il direttore scientifico, con il direttore generale, con tanti medici di buona volontà che si stanno ponendo il problema con molta, molta serietà. Anche la Chiesa, con i nostri vescovi che hanno firmato ben due documenti, si sta ponendo questo problema con grande serietà. Dal punto di vista pratico, è cambiato molto poco. E’ arrivato l’esercito, che si è però rivelato poca cosa: dovevano arrivare 800 militari, ne sono arrivati solamente 100; divisi per tre turni, sono 33 militari a turno; dovevano arrivare i soldi per gli screening, che ancora non si sa né se siano arrivati né che fine abbiano fatto. L’altra cosa che bisogna affrontare è il problema dei rifiuti industriali, perché fino ad oggi c’è stata la grande concussione, “il grande inganno” – io lo chiamo così – tra i rifiuti industriali, che sono il vero problema della nostra terra, che vengono interrati e bruciati, e i rifiuti urbani: c’è stato questo abbraccio mortale, una parte dell’industria disonesta e una politica magari ignava o che ha fatto finta di non vedere, di non sapere, di non sentire; e tutto questo ha prodotto questa sciagura che siamo costretti a subire.

D. – Quali interventi vi aspettate dalle istituzioni nei prossimi mesi?

R. – Ci aspettiamo intanto che la questione venga affrontata da tutto il governo. Renzi, appena eletto a capo del suo partito, venne da noi, ad Aversa, per sapere come stessero le cose; insieme, ci incontrammo con il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo. Io spero che Renzi davvero ancora una volta prenda la situazione di petto, perché il problema riguarda l’ambiente, riguarda l’agricoltura, riguarda la salute. Non è un problema che si risolva così; è un problema che dev’essere affrontato anche e proprio dal punto di vista economico, perché non si può dire alla gente: “O morite di fame, o morite di cancro”. C’è bisogno, da un punto di vista sanitario, di arrivare agli screening per arrivare prima della malattia; c’è bisogno di bonificare queste aree. Insomma: c’è tanto da fare.








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